Nella propria città natale Giulio Rimondi espone per la prima volta portando con sé la sua città d’adozione. Sceglie la notte come strumento di mediazione, per proporre luoghi e personaggi unici e allo stesso tempo familiari: l’anziana coppia che lenta si sostiene tornando a casa o la ragazzina inconsapevole del magnetismo del propria persona. Attraverso il parco luci notturno si disvelano i veri protagonisti di una citttà complessa, che questa complessità instilla in ogni suo inquilino.
Gli scatti di Rimondi sono il frutto del girovagare senza meta attraverso le vie, i luoghi, le persone incontrando ogni volta occasioni e narrazioni inaspettate rinvenute sulle vie del ritorno, mai le più brevi, mai le già conosciute e percorse. Testimoniano del tentativo di tornare verso casa ma lasciandosi guidare dalla curiosità. Si fanno portavoce del concetto di viaggio come strumento necessario per comprendere l’altro, inteso non come il luogo comune del soggetto diverso da noi nelle radici culturali, ma come qualcuno che semplicemente è altro da noi, che non è noi e che dunque è possibile incontrare a Beirut così come girando l’angolo di una qulasiasi strada. L’immaginario evocato dalle fotografie è quello di una città ‘che avrebbe potuto’, tra turismo cultura e scambi commerciali, ma a cui è stata tolta la possibilità e che si dibatte nella ventennale ricostruzione.
L’opzione del contesto notturno, grazie al dilatarsi di ombre nel buio, dà luogo a immagini velate e immerse in una condizione atmosferica di sogno irreale incerto, almeno finchè le luci artificiali della città non irrompono nell’obiettivo illuminando gli inconsapevoli performers di Rimondi che camminano, aspettano e vivono sul palcoscenico di una scenografia fatta di quinte ombrose e tagli in controluce.
Il focus dell’intero lavoro non risiede tanto nella valorizzazione totalizzante della figura umana, in cui è facile cadere quando si sperimenta sulla propria pelle la vita di un luogo ricco di contraddizioni e tipi umani come può essere Beirut, quanto nel restituire quella dimensione di appartenenza alla comunità umana che sovrintende alla vita stessa di tutti noi ma che spesso viene dimenticata per porre l’accento sulla diversità in senso positivo. Queste foto raccontano di come la diversificazione sia sì un valore aggiunto e importante, ma sottolineano anche come in fondo si viva tutti sotto lo stesso cielo.
L’opera del fotografo consente momenti di calma e meditazione a cui si possono alternare colpi di scena, così da poter sollecitare la riflessione e l’attenzione del visitatore ma l’allestimento non sfrutta queste potenzialità appiattendo la complessità dell’opera e riducendola a serie attraverso un piccolo formato di stampa quasi sempre uguale e un ‘montaggio’ delle immagini che non valorizza i picchi e le ascese di narrativismo propri di questo lavoro.
claudia viroli
mostra visitata il 29 novembre 2011
Giulio Rimondi – Beirut Nocturne
Galleri Oltredimore
Piazza San Giovanni in Monte 7, 40123 Bologna
Orario: dal martedì al sabato ore 10-13 17-19,30 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo: Giulio Rimondi, Beirut Nocturne. Introduzione Renato Miracco, Ferdinando Scianna, Charta, 2010.
Info: Tel: 0516449537 Fax: 051331217 www.oltredimore.it info@oltredimore.it
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