14 dicembre 2011

fino al 14.I.2012 Ileana Florescu Roma, Il Ponte Contemporanea

 
Fotografia e disegno si incontrano nella nuova esposizione di Ileana Florescu. Un indagine sulla natura delle diverse pratiche artistiche, concentrata sulla scrittura grafica della natura e sulle connotazioni psichiche del gesto artistico. Un’operazione formalmente e concettualmente sorprendente...

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Disegnare è un processo di divagazioni, stati d’animo, di oscillazioni nervose, pensieri a ragnatela, incroci che non consentono di tornare indietro per rifarsi”. Ileana Florescu (Asmara, Eritrea, 1960), conosciuta principalmente per la sua attività fotografica, sceglie nella sua nuova personale di far dialogare proprio la fotografia con il segno grafico, affiancando le due forme espressive a livello formale e operativo. Al piano terra della splendida galleria Il Ponte Contemporanea (uno spazio espositivo veramente degno di attenzione), cinque fotografie  immortalano i riflessi della luna nel mare di Sardegna: invertendo in alcune di esse lo sfondo nero dell’acqua, trasformato in fondale bianco, la Florescu sottolinea in modo netto la consistenza del segno della luce riflessa e la sua consonanza con le linee proprie del disegno. La fotografia, nelle cinque stampe presentate dall’artista, lavora sulla natura per rivelarne segni grafici assoluti, spogliati da ogni tonalità cromatica e riportati al grado zero del bianco e nero. Il dialogo tra medium fotografico e disegno prosegue al piano superiore con tre serie di lavori, in tutto 27 opere di piccole dimensioni, che pongono a stretto contatto il rapporto dell’artista con il gesto artistico, con la propria condizione psichica e con la natura. In Chine, disegni ad inchiostro in bianco e nero, il segno appare nella sua funzione liberatoria: l’automatismo del gesto dell’artista, vicina qui all’universo concettuale di molte opere di Twombly, si pone come diretta emanazione del mondo psichico della stessa Florescu, che opera sulla carta cotone nell’intento di violare lo spazio bianco a disposizione.

Il segno artistico crea così griglie labirintiche che attestano un flusso mentale ininterrotto ma organizzato sulla carta in modo meticoloso. In Chine fotogeniche è ancora una volta il rapporto tra fotografia e disegno ad interessare l’artista: una serie di disegni a inchiostro, fotografati ed invertiti –con i bianchi e neri che mutano gli uni negli altri- sottolineano la capacità del mezzo fotografico di operare attivamente anche nella condizione di semplice copia. Malghe marine riprende e amplia il discorso sul dato naturale affrontato nelle grandi stampe fotografiche del piano terra: nel catturare le scie lasciate dalla marea sulla spiagge della Bretagna, ancora una volta il lavoro fotografico indaga la “scrittura” della Natura, spogliata da coordinate spaziali precise e da qualsiasi connotazione cromatica forte. La fotografia dell’artista si pone come pratica attiva, mai semplice rilevazione della realtà ma condizione formale che incide sullo stesso oggetto preso in carico.

Lunatiche il titolo dell’esposizione, a richiamare non solo la scie luminose sul mare riprese nelle fotografie di grandi dimensioni, ma anche e soprattutto il cambiamento di prospettiva emotiva che l’aggettivo porta con sé nella lingua comune: nelle opere della Florescu, la dialettica serrata tra fotografia e disegno svia le certezze dello spettatore, porta all’attenzione dello stesso il dubbio sulla reale natura artistica delle opere proposte, illuminando inattesi particolari di un mondo spesso solamente sfiorato dallo sguardo.
 
 
andrea d’ammando
mostra visitata il 13 dicembre 2011
 
 
Il Ponte Contemporanea
Via Giovanni di Castel Bolognese, 81 00153 – Roma
tel 06 68801351 – f 06 6818246
martedì / sabato – 12.00 / 19.00
www.ilpontecontemporanea.com
info@ilpontecontemporanea.com

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