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Fino al 14.II.2016 | Jonas Mekas. All These Images, These Sounds” | APalazzo Gallery, Brescia

di - 11 Febbraio 2016
Nel 1968 insegnò ai figli di Jacky Kennedy ad utilizzare la macchina fotografica, la sua prima memoria italiana risale al 1944 ed è legata all’amico Neri, pittore ferrarese conosciuto nel campo di concentramento di Elmshorm durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre nel 1962 il loft dove proiettava le pellicole della sua Film Makers Cooperative era frequentato, tra gli altri, da Andy Warhol che ne rimase talmente affascinato da darsi lui stesso, qualche anno più tardi, alla cinematografia underground.
Fino al 14 febbraio il cineasta Jonas Mekas (Birzai, 1922) – padre del New American Cinema, della Film Makers Cooperative e fondatore insieme, al fratello Adolfas, della rivista culto Film Culture e degli Anthology Film Archives (il più grande archivio al mondo per il cinema sperimentale) – è il protagonista della mostra “All These Images, These Sounds”, a Brescia, da APalazzo Gallery.
La mostra è la trasposizione – seppur morfologicamente e strutturalmente diversa – del progetto di The Internet Saga, presentato alla scorsa Biennale di Venezia; mentre tutte quelle immagini, quei suoni di cui il titolo conserva memoria sono la pioggia di immagini e fermi-immagine che incontrano le sonorità riversate lungo il percorso espositivo.
La mostra si articola su vari fronti: Birth of a Nation è un video manifesto su 4 schermi ove sono distribuiti 160 ritratti dei “colleghi” di Mekas che insieme a lui hanno fatto la storia del cinema sperimentale, accompagnata a 40 ritratti fotografici mai esposti in Italia; To Petrarca è un’installazione audio in loop composta da 70 tracce registrate nella quotidianità dell’artista; In an Instant It All Came Back to Me raccoglie 768 immagini tratte dai suoi film in pellicola girati tra gli anni Sessanta e i Novanta e per la prima volta impresse su 32 enormi lastre vitree. Infine 3 montaggi inediti dell’Online Diary, il video-diario che Mekas – 92 anni compiuti – aggiorna quasi quotidianamente dal 2006.

Il tutto è disseminato di riferimenti autobiografici: «Quando iniziai a montare i miei film, buttavo a terra gli scarti di pellicola. Poi mi sono ricordato della mia infanzia passata in fattoria e di come mia madre recuperasse gli scarti del maiale e, mettendo tutto in una pentola, riuscisse a farne qualcosa di buono. Così ho raccolto da terra quegli scarti fotografici ed nata In an Instant It All Came Back».
Lungo il percorso il suono è un’entità a parte: integra la componente visiva senza mai risultare in sincrono fino in fondo. E il fatto ha nuovamente il sapore di un retaggio giovanile quando, a New York con la sua Bolex, Mekas filmava immagini prive di audio poiché il mezzo non glielo concedeva. I suoni venivano registrati in un secondo momento con un altro apparecchio e quei medesimi, captati a zonzo nella Grande Mela dal ’49 al 2000, sono le voci e i brusii che popolano le sale della Galleria bresciana.
Il progetto espositivo si salda dunque alla vicenda biografica dell’artista-regista che giunse a New York nel 1949 come rifugiato lituano e a tal proposito racconta: «Arrivai al momento giusto. Era l’inizio di una nuova epoca artistica: era la New York di John Cage, Andy Warhol, delle sperimentazioni di Fluxus e LaMonte Young, di George Machunas e Yoko Ono, stava nascendo la Beat Generation».
Mekas compra una Bolex e in men che non si dica dà vita ad una nuova idea di cinema – il New American Cinema – che al grido di «non vogliamo film rosa pallido, ma del colore del sangue» si pose in netta antitesi con l’estetica hollywoodiana da tratti edulcorati.
Ma quello era (solo) l’inizio. Oggi il suo pensiero, lucidissimo, è rivolto alla cinematografia ai tempi di internet e alle infinite possibilità offerte dai nuovi mezzi: «Quando iniziai nel 1965 ci volevano settimane per vedere una pellicola, ora viviamo nell’era dell’immediatezza e della simultaneità dell’immagine a qualunque latitudine».
Eppure la prossima rivoluzione non sarà esclusivamente questione di nuove tecnologie, bensì di contenuti. «Sono questi ultimi ad essere radicalmente mutati, diventando sempre più intimi».
Bianca Martinelli
mostra visitata il 12 dicembre 2015
Dal 12 dicembre 2015 al 14 febbraio 2016
Jonas Mekas. All These Images, These Sounds”
APalazzo Gallery
Brescia – piazza Tebaldo Brusato,35
Orari: da martedì a sabato dalle 11:00 alle 19:00
Info: www.apalazzo.net

Giornalista pubblicista iscritta all’albo, lavora nel mondo dell’editoria e della comunicazione come autrice, content editor e addetta stampa. Collabora con riviste e quotidiani, occupandosi dei settori: mostre e arti visive, moda e mercato dell’arte.

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