Non chiamatela mostra. È la raccomandazione con cui il curatore, Vittorio Sgarbi, introduce la “sua” esposizione di Palazzo Baldeschi, a Perugia: “Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane”. Un progetto che propone un’esperienza nuova, portando alla luce una serie di opere mai esposte prima, in qualche caso anche di indubbio prestigio. Per un viaggio nel tempo e nella storia (d’Italia e dell’arte) che si differenzia dalle classiche mostre. Come se ci si trovasse in un grande museo nazionale, come avviene visitando la Galleria degli Uffizi di Firenze o il Museo di Capodimonte di Napoli. Pur trovandosi nella sede di una fondazione bancaria (ovvero quella della Cassa di Risparmio di Perugia). Per quello che Sgarbi definisce una sorta di “museo nel museo”. L’esposizione – proseguendo il filone avviato dallo stesso Sgarbi in occasione dell’Expo di Milano – mira a valorizzare lo straordinario patrimonio artistico del nostro paese. Questa volta, però, a differenza delle precedenti, in cui il curatore andava a pescare tra le collezioni pubbliche e private della Penisola, ci si concentra sullo specifico patrimonio – peraltro anche piuttosto nutrito – posseduto dalle Fondazioni di origine bancaria e delle Banche italiane. Per un “catalogo” generale straordinariamente ampio (in totale, si contano addirittura circa 10mila opere) che, per la varietà della sua composizione e per la sua stratificazione temporale, può essere considerato il volto storico e culturale dei diversi territori della nostra penisola. Questa particolare attività collezionistica – spesso dovuta anche a lasciti o a permute finanziarie – ha trovato modo e luogo per essere fruibile dal grande pubblico solo di rado, e in genere in esposizioni di carattere locale, con prestiti o allestimenti mirati ad esprimere un determinato patrimonio artistico locale o la produzione di uno specifico autore. Mentre ora, per la prima volta, le collezioni di origine bancaria possono trovare un’espressione comune e un percorso globale, in grado di esaltarne al meglio il valore. Per “un patrimonio privato messo a disposizione del pubblico in un’ottica non privatistica – some spiega lo stesso Sgarbi – ad integrazione di una attività culturale che i musei pubblici nazionali non potrebbero permettersi”. La mostra perugina propone così un avvincente percorso lungo sette secoli di storia dell’arte consentendo di verificare la pluralità degli orientamenti che stanno alla base del fenomeno del collezionismo bancario. Un autentico tesoro diffuso, in larga parte ancora poco conosciuto.
Giorgio Morandi, Natura morta, olio su tela, cm 44,50 x 46,50, 1941. Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona
Quella eseguita dal curatore, naturalmente, è soltanto una “piccola” selezione del vasto portafoglio di opere d’arte, ma in grado comunque di proporre 90 opere, tra le quali non mancano autentici capolavori, di vari autori di spicco. Da Giotto (presente con la tavola raffigurante San Francesco di Assisi, proprietà della Fondazione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze) a Giorgio Morandi (attraverso la natura morta della Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona), come rivela senza lasciar spazio a dubbi il titolo dell’esposizione, passando per le opere di maestri, più o meno noti, appartenenti alle principali “scuole” che compongono la peculiare e complessa geografia artistica della nostra nazione: Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Matteo da Gualdo, Dosso Dossi, Ludovico Carracci, Giovanni Francesco Guerreri, Ferraù Fanzoni, Giovanni Lanfranco, Guercino, Guido Cagnacci, Pietro Novelli, Giovanni Domenico Cerrini. E ancora: Mattia Preti, Luca Giordano, Antonio Balestra, Gaspar van Wittel, Giovanni Antonio Pellegrini, Bernardo Bellotto, Corrado Giaquinto, Pompeo Batoni, Angelica Kauffmann, Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Medardo Rosso, Leonardo Bistolfi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Gerardo Dottori, per citare solo i più noti. In questo modo, la mostra riesce a descrivere l’evoluzione degli stili in un’ampia panoramica dei soggetti affrontati dagli artisti: dal tema sacro alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche, dal genere del ritratto a quelli del paesaggio e della natura morta.
A valorizzare ulteriormente il progetto, è anche il “nobile scopo” che accompagna la mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte (con l’importante contributo di Unicredit, la società che ha assorbito la Banca dell’Umbria, della quale la Fondazione deteneva la proprietà), l’idea di devolvere parte dei proventi a favore degli interventi di recupero del patrimonio storico-artistico umbro danneggiato dai recenti eventi sismici.
Alessio Crisantemi
mostra visitata il 25 aprile
Dall’11 Aprile 2017 al 15 Settembre 2017
DA GIOTTO A MORANDI. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane
Perugia, Palazzo Baldeschi al Corso
Corso Vannucci, 66
Orari: Dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19.30; sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.30. Lunedì chiuso.
Info: tel. 075. 5724563 www.fondazionecariperugiaarte.it