È l’anello principale del Torrione Angioino di Bitonto a chiamare a raccolta, nei
Luoghi d’arte scelti da Lucia Anelli, un affezionato parterre di artisti pugliesi. Un progetto nato nel 2006, reso interessante dal dialogo tra monumenti antichi e interventi multimediali contemporanei. Arte realizzata
in situ, che va di pari passo con la promozione del ricco territorio: in progetti dal budget risicato, il risultato è veramente apprezzabile, frutto della caparbia volontà del curatore, del suo equilibrato gusto estetico, dello spazio scelto, della collaborazione costruttiva degli artisti.
Così appare perfetta
Qui nel buio della mia montagna interiore la corrente elettrica, mimesi tra un possente volto rugoso e la pietra del torrione,
inside per l’appunto. È un’elaborazione digitale di
Franco Altobelli, architetto, fotografo ed esperto di comunicazione visiva, docente di Fotografia e grafica nel laboratorio di progettazione grafica della Facoltà di Architettura di Bari. Accanto, un gioco onirico e squisitamente decorativo offrono
Lara Urso e
Magda Milano; due proposte affini, eppure differenti: sfere floreali per entrambe e, sempre fiori, a ricoprire una scala impraticabile in
Nullapercaso della prima, corpi sognanti in atteggiamento meditativo per raccontare
Il senso della vita della seconda.
Collocazione poco felice per le otto stampe lambda di
Patrizia Piccinni, poco illuminato il segno quasi impercettibile a descrivere oggetti al limite della metafisica,
che mostrano un feeling con il trasparente lavoro di ridipintura su stampa digitale di
Guillermina De Gennaro, più incisiva rispetto al suo trend, con il colore giocato su caldi complementari dal forte appeal.
Strizzando l’occhio alla tradizione pop e ai fenomeni di comunicazione di massa -tempo fa, nel divertente ciclo
Andyrivieni, aveva omaggiato
Andy Warhol, reinventando icone e marchi della pubblicità in segni zodiacali-
Giulio Giancaspro espone oblò con un tipico testimonial coi baffi. Reduce da esperienze internazionali, di studio e ricerca, specie a Parigi, ma anche da grandi soddisfazioni professionali (la partecipazione ad
Arco a Madrid),
Maria Martinelli confeziona visionari
Acrobatarocchi, elaborazioni fotografiche racchiuse nel plexiglas; assemblaggi e memoria, anche in video, ed evocativi giochi di parole come per
Paolo De Santoli e il polimaterico
Rodo & Dendro, tratto dal ciclo
Cavalieri RAggianti, epopea di artigianali e innocui guerrieri fantastici, sprigionanti luce artificiale.
Per chiudere, il
Bestiario di
Franco Sannicandro -bitontino, scenografo e film maker, annovera collaborazioni con
Studio Azzurro,
Luigi Ghirri,
Miloud Oukili– che ha sfoderato articolate fantasie da cartoon, espresse con un gustoso effetto visivo: accattivante fluorescenza antinaturalistica, in antitesi con la naturale e pura bellezza della pietra cinquecentesca.
Nell’insieme un’operazione che, concettualmente, poco racconta dell’introspezione psicologica espressa nelle intenzioni curatoriali, ma che valorizza degnamente questa creatività mediterranea. Che si ribadisce solare, divertente, sempre vitale.