La Regione Puglia, attraverso l’assessorato al Mediterraneo e alle Attività culturali, continua a sostenere il progetto Intramoenia Extra Art, con una seconda tranche che mira alla valorizzazione della Daunia con i tre castelli di Lucera, Manfredonia e Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia.
L’inaugurazione itinerante prevedeva un tour, iniziato in mattinata, con tre pullman che hanno condotto il pubblico di addetti ai lavori e appassionati alla prima tappa di Manfredonia. Nel cortile d’ingresso, campeggia l’imponente installazione dell’artista concettuale Braco Dimitrijevic (Sarajevo,1948; vive tra Parigi e New York): tre barche di pescatori, donate e trasportate in loco dai cantieri navali di Manfredonia, su cui veleggiano icone delle avanguardie storiche (il futurista Marinetti, il dadaista Picabia e il surrealista Duchamp) sulla rotta della “post-storia”. È il tema sviluppato nelle tre location, con artisti che guardano al contemporaneo, al passato, al futuro, al tempo oltre il tempo.
Il presente di Botto e Bruno (Gianfranco Botto, Torino, 1963; Roberta Bruno, Torino, 1966) sorprende: il cinema Continental, qui ricostruito da maestranze di operai e artigiani pugliesi, si carica di fascino straniante perché immerso nei lavori in corso della piazza d’armi del castello. Un colloquio tra dentro e fuori, tra la poesia della videoproiezione e lo “sfregio” momentaneo al monumento.
Si prosegue per il Museo Archelogico, che custodisce memorie arcaiche nelle Stele daune: il Cavalier d’Arte –una fotografia da performance in armatura, degli anni ‘70– di Luigi Ontani (Vergato di Bologna, 1943; vive a Roma) convive in modo discreto con i preziosi reperti funerari e colora di umor nero l’ambiente con un “orco” monocolo, dalla cui bocca spunta una dentatura fatta di bambini di tutte le etnie.
A chiudere, il lirismo sempre contenuto di Pietro Caporosso (Trani,1967), giusto spazio per un interprete della tradizione classica mediterranea.
Il Castello di Monte Sant’Angelo è la seconda tappa del tour: si arriva al suo interno attraverso cunicoli, antiche postazioni di offesa e difesa, accompagnati dagli effetti sonori e pirotecnici di Pino Pipoli (Bari, 1962; vive a Milano). Nella sala oblunga troneggiano i Cavalieri decapitati della morte di Jan Fabre (Anversa, 1958), inquietanti ed enigmatici, come i disegni della serie Je suis sang e il colto video Lancelot.
La tappa prolungata offriva l’occasione per una visita alla grotta dell’arcangelo Michele, a sottolineare la vocazione turistico-culturale del progetto. Al calare del sole la carovana giungeva a Lucera, dove la possente torre della Regina accoglieva come in un ventre materno l’installazione di Innocente (Verona, 1958) Tredici: presentata a Torino nella mostra “Il bianco”, si veste di nuova equilibrio e calore, come studiata per l’architettura del luogo.
A quel punto si attendeva il vero e proprio evento del giorno. Sulle possenti mura della Fortezza El espacio se mueve despacio della colombiana Maria Teresa Hincapie (Armenia/Colombia, 1954; vive a Bogotà), giunta direttamente dalla Biennale di San Paolo. Brividi d’emozione e di freddo si sono alternati durante l’ora e mezza del lento incedere dell’artista attraverso le proiezioni di rituali antichi e moderni, orientali ed occidentali.
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mostra decisamente sotto tono rispetto alla prima a castel del monte nel dicembre 2005.
Non sono daccordo, secondo me questa edizione è ancora più interessante. Ma hai visto i tre castelli? e le opere di Jan Fabre e Dino Innocente? Per me strepitose e assolutamente valorizzate dagli ambienti