Dopo le mostre pubbliche che, nell’ultimo decennio, hanno gravitato intorno alla figura di Achille Funi, la mostra antologica organizzata ad Aosta è da considerarsi come un appuntamento molto importante. Il Centro Saint-Benin, esponendo una settantina di opere fondamentali per capire il percorso dell’artista, si è proposto come obiettivo quello di approfondire e di mettere in risalto le varie fasi attraversate dal pittore ferrarese. Oltre alle opere storiche del grande maestro si possono vedere anche alcuni dipinti inediti, venuti alla luce nel corso dell’archiviazione avvenuta a seguito dell’organizzazione del catalogo ragionato edito nel 1996. Attraverso questa mostra si può verificare come i cicli artistici attraversati da Funi, nato a Ferrara nel 1890 e morto a Appiano Gentile (Como) nel 1972, siano stati concomitanti con i principali movimenti artistici italiani ed europei. Osservando le sue opere si capisce come il pittore abbia partecipato agli assunti stilistici di questi movimenti lasciando in essi una traccia indelebile. Funi è un artista fortemente legato alla visione classica ed è molto interessante verificare come, fondamentalmente, ciò sia identificativo delle sue opere. La mostra organizzata ad Aosta vuole appunto sottolineare quest’aspetto di partecipazione che il pittore ha avuto nei confronti dei principali movimenti artistici a lui contemporanei. Per questo motivo l’intera esposizione è suddivisa in cinque sezioni, corrispondenti ai vari cicli attraversati dall’artista e coincidenti con i movimenti artistici di cui Funi è stato protagonista, nonché firmatario dei relativi manifesti. La prima sezione è intitolata “Futurismo e Nuove Tendenze”. All’interno di essa sono raggruppate le opere appartenenti all’esordio futurista partendo dal 1911. In esse si vede come Funi padroneggi perfettamente con gli elementi e le tematiche futuriste come in “Martinetti Lussuria Velocità”. Procedendo all’interno della mostra, nella stessa sezione, si passa attraverso le testimonianze delle “Nuove Tendenze”, fino alle opere eseguite durante la guerra del 1915.
La seconda sezione è intitolata: “Attraverso Cézanne e il Post-Cubismo verso la Ricostruzione”. Sono tutti quadri eseguiti tra il 1917 e i primi anni Venti. Qui Funi passa dal Futurismo ai riferimenti cézanniani, come in “Ritratto di Margherita Sarfatti”, per giungere poi alle ispirazioni legate al cubismo classico fino ad arrivare al Realismo Magico.
La terza sezione riguarda la “Metafisica, Realismo Magico, Nuova Oggettività”. La quarta parte, la più ricca, è intitolata “La stagione di Novecento”, 1924-1929, di cui Funi fu protagonista assieme a Sironi. Nell’ultimo settore intitolato “Il ritorno alla natura: realismo lirico”, sono raggruppati oli e tempere che vanno dal 1929 al 1942. L’attenzione è rivolta anche alla sua attività di freschista. Sono esposti i cartoni preparatori del ciclo dei dodici mesi dell’anno ideati per gli affreschi del Palazzo Comunale Sala della Consulta, di Ferrara.
Articoli Correlati:
Carlo Carrà: Estate
Elena Menegatti
Mostra visitata sabato 27 gennaio 2001
A Palazzo delle Paure, fino al 24 novembre, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Baj, Bruno Munari, Arturo Vermi, Ugo La…
Davide Monteleone si aggiudica il Photo Grant 2024 promosso da Deloitte con uno progetto fotografico che esplora i territori delle…
Dopo oltre quattro anni di stop, il Museo della Moda di Palazzo Pitti riapre integralmente con un nuovo allestimento, che…
Il giovane artista brasiliano Ilê Sartuzi ha sottratto un’antica moneta d’argento da una teca del British Museum, per restituirla nella…
Persone senza fissa dimora diventano protagoniste di una mostra grazie alla forza della pittura: il progetto di Michele Bellini fa…
Una nuova esposizione permanente per raccontare la lunga storia di Palazzo Reale di Napoli che, con il Belvedere riaperto e…