Povero Perugino (Pietro Vannucci – Città della Pieve 1450 – Fontignano 1523), indissolubilmente legato al nome di Raffaello e spesso offuscato dalla sua ombra. E antipatico al Vasari che vedeva come sua maestra di vita solo la miseria, unico motivo di tanto lavoro. Lo descriveva avaro, attaccato al denaro, bravo perché uscito dalla scuola del Verrocchio -e quindi da una Firenze allora capitale indiscussa dell’arte- dipingeva sempre gli stessi soggetti, i suoi volti si somigliavano tutti, e dietro tanto apparente misticismo non c’era altro che una profonda irreligiosità.
Per fortuna la critica non è stata sempre così severa come lo fu il biografo aretino, che comunque a malincuore gli riconobbe anche molti meriti. Oggi a celebrare tanta bravura sono state allestite contemporaneamente, dopo un decennio di preparazione e restauri, sei mostre con opere provenienti da musei e collezioni italiane e straniere. Riunendo per cinque mesi capolavori dispersi, e affiancadogli alcuni itinerari per un totale di dodici siti sul territorio umbro. Dal suo luogo di origine Città della Pieve, a
Alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia sono esposti dipinti, disegni, schizzi, documenti provenienti dall’Archivio di Stato, che contribuiscono a fornire un profilo dettagliato del pittore e del suo tempo. Notevoli le presenze dei suoi allievi, tra cui Benedetto Bonfigli che oltre alle opere esposte accoglie il suo maestro nella sala 21 da lui affrescata nel 1454-1480. Mirabili i lavori di restauro, la presenza per la prima volta al pubblico del Polittico Albani e la ricostruzione della Pala di Sant’Agostino. Preziosa anche la dettagliata documentazione sulle tecniche di esecuzione usate dal pittore: fasi preparatorie, disegni, pentimenti, uso dei pigmenti, e resoconti di indagini non distruttive e microdistruttive.
Ma Perugia ospita altre due mostre, una al Monastero di San Pietro dedicata alla miniatura umbra del Rinascimento con un esemplare, l’unico firmato da Perugino, raffigurante il martirio di San Sebastiano; e l’altra nello spazio espositivo della Rocca Paolina, volta a ripercorrere l’eco della sua opera in ambito italiano e francese.
L’influsso del linguaggio figurativo di Pietro Vannucci sulla ceramica, arte che vanta origini antichissime in Umbria e presenza notevole dell’attuale attività economica regionale, è oggetto della mostra di Deruta, nelle sale del Museo Regionale della Ceramica. Accanto alle pregiate collezioni sono esposti esemplari con riproduzioni da opere di Perugino (particolari del Collegio del Cambio sia degli affreschi che del portale, la Vergine di Santa Maria Maggiore di Spello, la Consegna delle Chiavi della Cappella Sistina) ma anche di Raffaello, Marcantonio Raimondi, Marco Dente. Particolari a volte estrapolati dal loro contesto e riutilizzati, come ad esempio uno degli alberelli nello sfondo della Consegna delle Chiavi inaspettatamente presente nel paesaggio di una Natività.
Passando per Corciano, dove in un’unica sala del complesso della Chiesa di san Francesco sono in mostra opere di carattere devozionale di influsso peruginesco (quadri, sculture lignee policrome, croci in oro, pissidi, un portale) oltre che tele dello stesso Vannucci, e percorrendo una strada che sfiora il lago Trasimeno -spesso usato come sfondo dal pittore- si arriva a Città della Pieve, sede della mostra che ha come oggetto il paesaggio, nel palazzo della Corgna . Oltre ai dipinti, numerose sono le teche
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Qualcuno ha aperto lo speciale "Grandi Mostre" pubblicato su "Repubblica" lo scorso 27 febbraio e letto l'articolo di Paolo Vagheggi? Credo di sì. Sicuramente lo ha fatto l'articolista di Exibart...L'attacco era fatto così bene, vero?
No, non ho l'etto l'articolo del sig. Paolo Vagheggi, ma se Lei legge quello di Ludovico Pratesi, nell'inserto "cultura" del Venerdì di Repubblica del 27 febbraio u.s., potrà notare che ancora una volta l'attacco è simile, e per una semplicissima ragione: la fonte è la medesima e si chiama Giorgio Vasari. Mi dispiace, il suo di articolo non è stato pubblicato di recente ma se va in una qualsiasi libreria, lo potrà trovare. Prima di fare accuse così facili, si documenti e soprattutto si firmi. Dott.ssa Valentina Correr