13 novembre 2008

fino al 18.XI.2008 GAP – Giovani Artisti Pugliesi Bari, Sala Murat / Fortino

 
Un’altra biennale? Non proprio. Gap guarda alla creatività pugliese garantita dalla denominazione “accademica”. E sottintende un fil rouge con altre iniziative: dalla Bjcem ai workshop in istituto, dalle trasferte all’estero al Premio Lum...

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Due location e un interessante workshop per riflettere sulla relazione tra interventi artistici e paesaggio. All’appuntamento biennale coi Giovani Artisti Pugliesi si guarda alla possibilità di una ri-progettazione creativa di alcuni spazi verdi del lungomare barese, avvalendosi dell’esperienza dello studio Ricerca & Progetto.
L’arredo urbano, infatti, non è più mero decoro monumentale nella mostra Public Park al Fortino. Daniele D’Acquisto progetta un giardino “claustrofobico”, un hortus conclusus scrutabile attraverso larghi fori tra gli arbusti verdeggianti; un Eden inaccessibile, a sottolineare che il patrimonio naturale va più protetto più che fruito. Già a Mola di Bari, nell’ambito di My P-art, Francesco Ferruccio e Dottor Porka’s P-Proj avevano espresso in maniera embrionale i loro progetti. Fortemente concettuale quello di Francesco Ferruccio, un gioco di relazione tra naturale e artificiale, formulato in un’installazione audiovisiva: il suono irritante di un tosaerba e un mandala di semi, un tappeto erboso per osservare e ascoltare. Lea Caputo - Opposite - 2008 - ghiaccio e cartaUtopico è quello dei Dottor Porka’s P-Proj, collettivo attivo dal 2002: biosfere trasparenti animano un circuito accidentato, assumendo forma di rampe, half-pipe dove gli skateboarder si sentirebbero liberi di esprimere qualsiasi forma di trick; progetto sulla scorta di passate azioni a sfondo ecologico e sociale, nel cantiere dell’ecomostro di Punta Perotti come sulla spiaggia all’amianto di Torre Quetta.
Nella sezione New entries un’arte più acerba, ma non per questo meno pensata, nelle opere di ventuno artisti under trenta, tra i quali è già evidente uno scarto di qualità. Siamo accolti dalle “morbide” fauci lanose e sgargianti – inequivocabile ispirazione pascaliana – della figlia d’arte Chiara Dellerba e dal surreale prototipo di raccoglitore ripiegabile per borse contraffatte, da esporre on the road, pensato dal geo-designer Nico Angiuli. Dall’ispirazione mediatica dei cosplayer di Gabriele Benefico si passa ai primissimi piani delle bambine sognanti di Giuseppe Pansa, a quelle iperrealistiche, finte-ingenue, velatamente dark di Margherita Ragno.
Prevalgono idee simpatiche, in cerca di maturazione, data anche la giovanissima età: Red Zdreus (alias Michele Monelli) con i suoi 500 ml of love di latte materno, il mega-elogio alla patata di Pierpaolo Miccolis, gli spermatozoi-pupazzo di M. Antonietta Bagliato.
Fra tentativi colti o socio-culturali, come quello di Valentina Vetturi, e pallide emulazioni esterofile di più note installazioni, emergono defilate le opere “meditate” più interessanti. Lea Caputo coniuga elementi in conflitto, acqua e fuoco, fermando il fieri: l’ardere consuma un blocco di ghiaccio con materiali infiammabili, ritratti nella performance incendiaria e stampati su vinile.
Elena Rossella Lana - Trans forever - 2008 - materiali vari
Elena Rossella Lana racconta in un fotoromanzo cinetico, montato a mo’ di girandole da tavolo, storie fra trans. Sono piuttosto eventi trans-itori perché, pur non mutando i personaggi, invertendo relazioni e successione d’immagini identiche, cambiano e si confondono storie e destini, forever.

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giusy caroppo
mostra visitata il 29 ottobre 2008


dal 29 ottobre al 18 novembre 2008
GAP – Giovani Artisti Pugliesi
a cura di Lia De Venere, Marilena Di Tursi, Antonella Marino
Sala Murat
Piazza del Ferrarese – 70122 Bari
Orario: da martedì a domenica ore 10-13 e 18-21
Ingresso libero
Info: mob. +39 3341019918; lia.dev@fastwebnet.it

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1 commento

  1. Carissima Giusy Caroppo, credo che la sua visita al Gap sia stata incompleta e che propabilmente ha trascurato un “piccolo” particolare: buona parte dei lavori in esposizione presso la sala Murat, gli stessi di cui parla nel suo articolo, erano montati sulle pareti di diversi cubi che, ahimè, altro non erano che stands con all’interno lavori di altri artisti partecipanti, “ingenuamente” risparmiati dalla sua recensione…ma sono sicuro che troverà tempo e modo per giustificare la sua mancanza….
    Fabio Santacroce

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