Categorie: altrecittà

fino al 18.XI.2011 | Domenico Piccolo | Milano, Federico Bianchi

di - 17 Novembre 2011
Il lavoro di Domenico Piccolo (Polistena ,1961) è una ricerca sottile e ben documentata. La pittura è la protagonista dei suoi lavori, accurata, studiata, proposta attraverso nuovi medium e nuove prospettive. Domenico prende spunto dalla realtà quotidiana per i soggetti dei suoi quadri, ma una realtà celata ai più, la realtà dei manicomi, delle case di cura, degli ospedali, di tutti quei luoghi che risuonano di sofferenze, dolori, silenzi assordanti. Il pittore dice che non potrebbe rapppresentare altro, la sua sensibilità artistica lo porta necessariamente ad indagare quello squarcio del reale in cui si collocano le esperienze di individui fragili e spesso dimenticati da una società in cui è meglio non far emergere la labilità della mente umana. Domenico Piccolo opera una ricerca minuziosa, cerca i suoi soggetti sui libri, sulle pagine dei giornali, sui video presi da youtube. Estrapola impressioni e sensazioni e li riversa sulla tela filtrandoli attraverso la sua sensibilità. Ciò che ne esce è strabiliante. Attraverso il bianco e nero riesce ad essere incisivo e diretto. Con i tagli delle sue inquadrature, che molto devono al linguaggio cinemoatografico e televisivo, inchioda lo sguardo dello spettatore dritto al centro della composizione, carica di emozioni. Visi bianchi, occhi come fessure nere, sguardi assenti. Un’umanità celata, nascosta, timida. Un bambino accovacciato stringe le ginocchia al petto.

Una grande stanza senza finestre vista dall’alto imprigiona un uomo tra le proprie pareti. La tela è di grande formato, l’immagine è lucida e viva grazie ai materiali utilizzati per realizzarla; acciacio e carta fotografica. Guardandola ti manca il respiro, ti senti imprigionato, senza via d’uscita. Un bambino nell’incubatrice fissa dritto negli occhi lo spettatore. Le linee del suo corpo sono suggerite da pennellate incisive che paiono acquerellate. Un uomo nudo in piedi in una vasca da bagno tiene il capo chinato mentre due figure di spalle lo fissano. La scena incute una certà pietà. Ci si immedesima immediatamente in quel corpo, ci si sente nudi come lui, imbarazzati e osservati. La qualità di Domenico è quel riuscire a trasmettere emozioni così forti, così suggestive, che non puoi stare li a guardare come se fossero semplici immagini. Sono quadri forti e carichi di sentimento, un sentimento che si legge nell’uso del colore, nella scelta dei soggetti, nell’incisività della luce. Avvicinandosi alle tele si scoprono contorni indefiniti, che parevano cosi chiari e nitidi visti da lontano. Non riuscirei a definire questo artista se non come un uomo, un Uomo con la U maiuscola, un uomo che non dipinge per essere quotato ma per esprimere ciò che ha dentro, una sensibilità lampante che ti trapassa e ti fa sentire dentro gli occhi del bambino,  nella vasca da bagno, nella stanza senza finestre. 

E’ stato un sogno finalmente realizzato vedere una mostra in cui non c’è bisogno di parole né spiegazioni per capire quello che stai guardando, dove non ti senti incompetente perché l’artista contemporaneo del momento usa un linguaggio incomprensibile e criptico, no, niente di tutto questo, una pittura umana per uomini che conservano ancora la capacità di Sentire.
jessica murano
mostra visitata il 10 novembre 2011
Domenico Piccolo
Dal 29 settembre 2011 al 18 novembre 2011
Federico Bianchi contemporary art
via Imbonati, 12 20159 Milano, MI
orari: mart. sab. 14-19
ingresso libero
web:
www.federicobianchigallery.com
info@federicobianchigallery.com
[exibart]

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