Amore o odio. Niente mezze misure per Vanessa Beecroft, artista italiana che ha segnato un’importante fase della scena artistica italiana e soprattutto internazionale. Una donna prima di tutto, e poi un’artista che ha fatto della sfera femminile il centro della sua ricerca artistica. Ma l’opera di Vanessa non è romantica, né sdolcinata, né per deboli di cuore. È difficile, concettuale, provocatoria, può non piacere, ma suscita domande e riflessioni sull’universo femminile, sul suo incontro e scontro con la sfera maschile e con gli stereotipi estetici imposti dai mass media.
Massimo Minini accoglie il suo pubblico con un comunicato che rifugge ogni formalità, che dice tutto e niente sulla mostra, si direbbe, con la volontà di non creare aspettative. Niente aspettative, niente delusioni. La visita a questa mostra è come quella di un’esperienza gourmet da uno chef stellato. Ci si trova davanti ad un menù variegato, nella lettura ostica e di difficile interpretazione, che non stupisce per nessuna pietanza in particolare ma che, alla fine, si apprezza nel complesso. Ecco, la mostra su Vanessa Beecroft è una varia ma strutturata antologica sull’artista che raggruppa in 4 portate principale scultura, disegno, fotografia e installazione video.
La mostra traccia gli ultimi dieci anni delle opere della Beecroft. L’artista, conosciuta per i suoi interventi sui corpi femminili e in particolare per le sue performances, si specializza nei tableau vivant. Nelle sua arte, utilizza la bellezza come scelta espressiva, facendo del giovane corpo femminile il centro della sua ricerca. Un corpo manipolato, quasi “sedotto e abbandonato” dal suo estro artistico che lo colloca all’interno di una precisa coreografia, nel contesto di un testo o di una musica appropriata.
Vanessa Beecroft, October 2017, Exhibition View
Nell’esposizione si trovano dalle opere su carta, disegnate con una grossa mina di grafite e raffiguranti silhouette dalle curve dolci e dalle reminiscenze matissiane, alle sculture che si palesano in una forma dolcemente neoclassica ma poi brutalmente mozzate e deposte su superfici grezze, ispide e scomode.
Si incontrano poi le iconiche Polaroid, fotografie che ancora indagano sul corpo della donna, rivelando il legame con la fotografia di moda che negli anni ha visto la creazione di nuovi codici (e vincoli) estetici.
Nell’ultima sala della galleria viene riprodotto il video di una delle performance più emblematiche dell’artista, “VB61 Still Death! Darfur Still Deaf?”, Pescheria di Rialto, Venezia, 2007. Per questa performance, Vanessa ha versato vernice rossa sui corpi di trenta modelle africane a rappresentazione visiva e fisica dei massacri violenti in corso in Africa, con riferimento al genocidio che colpì il Darfur, nella regione del Sudan.
Di madre italiana e padre britannico, Vanessa nasce nel 1969 a Genova ma trascorre la sua infanzia a Malcesine, Lago di Garda. Nel 1993 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Attualmente viva e lavora a Los Angeles.
Carla Ingrasciotta
mostra visitata il 30 settembre
Dal 30 settembre al 18 novembre 2017
Vanessa Beecroft
Galleria Massimo Minini
Via Luigi Apollonio, 68, 25128 Brescia BS
Orari: Lun – Ven 10.30 – 19.30, Sab 15.30 – 19.30
Info: www.galleriaminini.it