La retrospettiva dedicata all’artista di Vòlos, curata da Vittorio Sgarbi, ripercorre quasi settant’anni della produzione artistica di uno dei massimi protagonisti della metafisica.
Non facile l’opera di ricognizione operata dal curatore, sia perché “ le collezioni pubbliche spesso si astengono dal prestare le sue opere per la notevole trafila burocratica volta ad ottenere l’autorizzazione ministeriale e sia perché gli stessi privati rifiutano per la consapevolezza del rischio di incappare nella notifica dell’opera, quando questa è di particolare pregio e
Superando ogni difficoltà però, sono giunti presso la Pinacoteca Provinciale di Potenza oltre cinquanta oli su tela e una ventina di opere tra disegni e sculture.
Esse ripercorrono temi e diversi periodi della creatività del maestro: dall’influenza esercitata da Boeklin e Klinger, alla “vita silente” delle nature morte e del ciclo del “Ritorno del cavaliere errante ” tra cui spicca la gran tela non datata con la poesia “Italie”, fino ad approdare alla “metafisica rivisitata” nella quale de Chirico recupera il gusto classico della pittura sia nei ritratti che nei temi mitici.
La mostra può contare su alcuni capolavori degli anni venti come “l’Autoritratto con la madre” e l’ulteriore indagine su se stesso “dell’Autoritratto 1924”, dal curioso taglio orizzontale. Emerge dalla lettura critica dei lavori qui esposti la particolarità e l’unicità di un artista che è stato uno dei “più controversi del nostro novecento al quale deve essere riconosciuto l’incontrastato primato nella pittura che ha concepito la metafisica e la prepotente forza di un genio capace di coniugare i sogni con la realtà, facendoci credere che centauri e dioscuri, manichini e archeologi, gladiatori e figure mitologiche, piazze misteriose, fossero ugualmente parte di quella stessa realtà, così come l’artista l’ha percepita e vissuta dipingendola giorno dopo giorno ”.
katya madio
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