Persiste l’indagine del MUSMA di Matera attorno ai diversi frammenti della galassia “scultura”, con una programmazione continuativa e per certi versi quasi eroica – i soliti problemi legati alla mancanza di adeguati finanziamenti che anche quest’anno potrebbero mettere a rischio la tradizionale mostra estiva di scultura nei Sassi – ospitata negli ambienti espositivi temporanei e all’interno dei diversi spazi ipogei che raccolgono la collezione permanente, con una panoramica sulla scultura contemporanea italiana e internazionale.
In occasione delle festività pasquali, il direttore del museo, lo storico dell’arte Giuseppe Appella, come ogni anno ha proposto una Via Crucis di uno scultore contemporaneo. Graziano Pompili, artista emiliano classe 1943, ha proposto le quattordici formelle già pubblicate alcuni anni fa in un catalogo di Skira pensato occasione di una mostra di sue opere “sacre” ospitata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia.
Brandelli di materia, strisce di terracotta assemblata, porzioni frantumate e in seguito ricomposte alla ricerca di un ordine irrimediabilmente smarrito: le formelle delineano un itinerario teatrale e salvifico. Ortodosse rispetto a quanto indicato nelle Sacre Scritture, rappresentano un’umanità senza tempo, all’interno di una serie infinita di sezioni che divengono scenari in cui si potrebbe rispecchiare la vita di ogni spettatore.
La stazione XIII, quella della deposizione di Cristo, è una delle più riuscite, con quel suo scenario composito che vive nonostante i pochi segni tracciati nella materia. Il corpo inerme e acefalo e la nera croce che marca la scena vivono soprattutto per mezzo del colore. Pompili tiene al segno delle cromìe, ai neri luttuosi, ai rossi enfatici, ai bianchi decisi. È anche per mezzo del colore che si rivela una sorta di successione nei piani della rappresentazione, da scoprire girovagando nei grandi ipogei che ospitano la collezione permanente.
Un altro registro caratterizza le “Sale della caccia” al piano terra di Palazzo Pomarici: qui fino al 19 aprile ci sarà un omaggio a Carla Accardi, con opere giovanili (un autoritratto degli anni dell’Accademia sorprende per la sua tensione figurativa), con i prodromi di quel suo alfabeto di segni che l’ha resa una protagonista della storia dell’arte del Novecento. Quando si propone un nome così “esposto” è sempre difficile dire qualcosa di nuovo: ma la qualità della raccolta di tecniche miste su carta sorprende davvero. Quelle degli anni Cinquanta e Sessanta creano un nesso immaginario con i grandi coni dell’artista romana ospitati nella collezione permanente e richiamano alla mente quell’espressione azzeccata con cui Gillo Dorfles ha ben contestualizzato la sua ricerca: “una delle più coerenti manipolatrici di personali alfabeti”.
Lorenzo Madaro
mostra visitata il 26 marzo 2013
dal 26 marzo al 19 aprile 2013
La Via Crucis di Graziano Pompili
a cura di Giuseppe Appella
MUSMA
Palazzo Pomarici, via San Giacomo (Sasso Caveoso), Matera
Orari: martedì-domenica dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20