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27
febbraio 2008
fino al 2.III.2008 Two&New (born) Grottaglie (ta), Palazzo De Felice
altrecittà
Un ibrido tra un maturo linguista e un designer digitale. Che sceglie il tema dei volatili quale paradigma per un’alternativa comunicazione glocal. Progetto erudito e articolato, che non disdegna il divertissement...
“Il futuro è un’interessante collaborazione tra individui che, se è buona, darà vita a ispiranti creazioni”. “Piacere alla maggioranza è abbastanza facile: basta non mirare in alto. Né è difficile conquistare la minoranza: il segreto è sottrarsi alle regole”. Sono frasi di Christian Küsters e René Clair citate dai “protagonisti totali e sodali” dell’anomalo duo Two&New (born), alias Aldo Pezzarossa (Taranto, 1945) e Cosimo Pesare (Manduria, 1964).
Nuovo è anche il loro mondo, insieme surreale e concreto, con un’idea guida non delle più originali (memorabile è la pantomima di Jan Fabre e Ilya Kabakov, ispirata all’organizzazione sociale degli insetti): avvicinare il mondo dei volatili al caotico sistema degli umani. Ottimo è tuttavia il risultato: la chiara fruibilità della complessa architettura del progetto che, dalla più colta ricerca linguistica (Pezzarossa è un ex professore di lingue dall’aplomb anglosassone) trova sviluppi nel campo editoriale, scientifico, didattico, economico, storico, digitale e artistico a tutto tondo, grazie all’intervento del graphic designer Pesare.
Affini alla poesia visiva, con istanze concettuali dal risvolto letterario e metafisico care a Vincenzo Agnetti, o non-sense come nell’arte-non arte di Luca Maria Patella, si riallacciano alla consunta diatriba sull’invadenza della pubblicità. Seguendo queste coordinate, i Duenuovi imbastiscono un dibattito visionario in cui stabiliscono come gli uccelli ne facciano un uso spropositato.
Gli Shitlers (sterchieri o “cacatori”) sono protagonisti di un mondo organizzato, dotati di una fantomatica casa editrice, Nefelotè University Press (colto omaggio ad Aristifane), che produce le loro prime pubblicazioni; il mezzo informatico è il linguaggio privilegiato; la comunicazione è multiculturale con richiami alti e finalità didattiche (elaborazioni digitali in cui appaiono iscrizioni come The Waste Cloud, laisse-moi devenir l’ombre de ton ombre o in lingue straniere meno note -il progetto ne prevede l’uso di una cinquantina-, dialetti salentini e neologismi); vi è poi un libero gioco di associazioni nei libri, nei falsi prodotti industriali e nei poster dedicati alla “necropoli messapica” o alla “colombaia con ghigliottine”, nei “Brain Storming” e nelle rielaborazioni fotografiche con le frecce direzionali o con architetture immaginarie tra le nuvole, sull’“Encaustic Clouds” -il luogo deputato alla cremazione degli uccelli- e nei manifesti della “prima mostra” alla quale i volatili partecipavano; omaggi ai labirinti di Herman Kern o più semplicemente alle note tradizioni grottagliesi, come l’artigianato della terracotta, largamente utilizzata per le sculture dei due artisti tarantini.
Essenziale l’allestimento, per un progetto in progress che cerca maggior respiro per esprimere organicamente ogni erudita ma curiosa traccia.
Nuovo è anche il loro mondo, insieme surreale e concreto, con un’idea guida non delle più originali (memorabile è la pantomima di Jan Fabre e Ilya Kabakov, ispirata all’organizzazione sociale degli insetti): avvicinare il mondo dei volatili al caotico sistema degli umani. Ottimo è tuttavia il risultato: la chiara fruibilità della complessa architettura del progetto che, dalla più colta ricerca linguistica (Pezzarossa è un ex professore di lingue dall’aplomb anglosassone) trova sviluppi nel campo editoriale, scientifico, didattico, economico, storico, digitale e artistico a tutto tondo, grazie all’intervento del graphic designer Pesare.
Affini alla poesia visiva, con istanze concettuali dal risvolto letterario e metafisico care a Vincenzo Agnetti, o non-sense come nell’arte-non arte di Luca Maria Patella, si riallacciano alla consunta diatriba sull’invadenza della pubblicità. Seguendo queste coordinate, i Duenuovi imbastiscono un dibattito visionario in cui stabiliscono come gli uccelli ne facciano un uso spropositato.
Gli Shitlers (sterchieri o “cacatori”) sono protagonisti di un mondo organizzato, dotati di una fantomatica casa editrice, Nefelotè University Press (colto omaggio ad Aristifane), che produce le loro prime pubblicazioni; il mezzo informatico è il linguaggio privilegiato; la comunicazione è multiculturale con richiami alti e finalità didattiche (elaborazioni digitali in cui appaiono iscrizioni come The Waste Cloud, laisse-moi devenir l’ombre de ton ombre o in lingue straniere meno note -il progetto ne prevede l’uso di una cinquantina-, dialetti salentini e neologismi); vi è poi un libero gioco di associazioni nei libri, nei falsi prodotti industriali e nei poster dedicati alla “necropoli messapica” o alla “colombaia con ghigliottine”, nei “Brain Storming” e nelle rielaborazioni fotografiche con le frecce direzionali o con architetture immaginarie tra le nuvole, sull’“Encaustic Clouds” -il luogo deputato alla cremazione degli uccelli- e nei manifesti della “prima mostra” alla quale i volatili partecipavano; omaggi ai labirinti di Herman Kern o più semplicemente alle note tradizioni grottagliesi, come l’artigianato della terracotta, largamente utilizzata per le sculture dei due artisti tarantini.
Essenziale l’allestimento, per un progetto in progress che cerca maggior respiro per esprimere organicamente ogni erudita ma curiosa traccia.
giusy caroppo
mostra visitata il 16 febbraio 2008
dal 27 gennaio al 2 marzo 2008
Two&New (born) – Prospetti e addenda
Palazzo De Felice
Piazza Santa Lucia – 74023 Grottaglie (TA)
Orario: tutti i giorni ore 9.30-12.30 e 16-19
Ingresso libero
Info: duenuovi@alice.it; www.duenuovi.com
[exibart]
Veramente interessante.
Installa nella mente nuove “prospettive visionarie”.
Era ora!
Sollecita la fantasia di ognuno di noi.
Surreale senza strafare.
Con le giuste citazioni letterarie e rimandi artistici ai grandi.
probabilmente siete il futuro plausibile per un modo di fare arte nuovo.
Credo in una nuova forma espressiva, non più orientata verso tutta l’Arte contemporanea costruita soprattutto sullo sfruttamento dei drammi sociali.
Sottintendendo tali argomenti e sfruttando una componente “infantile” insieme a una dosata erudizione “acculturata” e quindi vicina alla “vera” verità umana si può, a mio avviso, essere innovativi.
Non saprei se in loro esiste tale possibilità. Credo di si.