22 marzo 2011

fino al 2.IV.2011 Giulia Piscitelli – Rischi Minori Roma, Fondazione Giuliani

 
Una sottile indagine sociale spesso accusatoria, nella rappresentazione di un mondo alterato ma consapevole di essere tale. Un mondo che parte da un’indagine femminile dai rimandi femministi, per arrivare all’esplicazione più generica dell’oggi...

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Uno dei Rischi Minori (2011) di Giulia Piscitelli (Napoli, 1965) è probabilmente quello di far indossare al suo Operaio (2006) una tuta da lavoro prima che sia cosparsa di lattice e quindi inutilizzabile; laddove il rischio maggiore risiede forse nella paura di restarne incollati a vita, fino a divenire un teschio dal casco giallo e dagli arti bidimensionali. Morte non più bianca, ma indelebile, questo racconta quella “schiuma di lattice”, la stessa utilizzata per creare materassi ora immaginari, come quello che potrebbe abitare le due spalliere di ferro (di un letto anch’esso invisibile), installate verticalmente lungo il muro della Fondazione Giuliani. Line, Do Not Cross (2010) infatti è solo uno dei diversi lavori esposti per la prima personale romana dell’artista napoletana, che curata da Stefano Chiodi, affronta gran parte dell’immaginario artistico della Piscitelli, percorrendo i diversi anni di una carriera variegata quanto fortemente espressiva.

L’artista infatti non nasconde la volontà di alterare la grammatica quotidiana di eventi, azioni e professioni conservandone la stessa valenza semantica: gli abiti da lavoro esposti nella prima sala, ben ripiegati e compatti grazie alla loro salda vestizione in lattice, non smettono affatto di essere abiti da lavoro, eppure perdono la loro funzione identificativa; un qualunque operaio infatti non potrebbe più utilizzarli. Così come i collage per Neopolitan Windows in cui una serie di carte colorate slittano l’una di seguito all’altra lungo la parete, esibendo i colori possibili di finestre ipotetiche, osservate dall’artista durante i suoi viaggi; la perpendicolare ossequiosa della finestra si riconosce nella forma voluta dalla Pisciatelli, come anche la loro posizione installativa: la loro serialità sembra richiamare quella della veduta di un finestrino del treno. Ma è ciò che si vede dal finestrino del treno o è la cornice di ciò che il finestrino del treno vede? L’attore sociale nei lavori dell’artista sembra perdere i suoi ruoli di prestigio: diviene, da protagonista, osservatore stupito. Tra i lavori presentati negli spazi della Giuliani, non mancano poi una serie di video che indagano la parte più intima della sua carriera artistica: Untitled, 1989, Untitled, 1995 e il più recente Under Den Linden presentato alla quinta edizione della Biennale di Berlino, affrontano il conflitto di clichè domestici, in cui azioni apparentemente quotidiane divengono deformazioni ossessive del vissuto femminile, generando nello spettatore rimandi simbolici e storici insieme.

Meno convincente si presenta invece la video-proiezione senza titolo per cui una tigre si aggira in loop dentro la gabbia in cui è costretta. Nel suo complessivo peregrinare, il fruitore è inoltre accompagnato da un suono meccanico e assordante contenuto in un piccolo vano illuminato: Atlantic City (2010) suona il rumore di una fastidiosa slot machine, mentre in un piccolo ambiente espositivo il “motivo” ornamentale di assorbenti su due lastre di plexiglas copre la luce al neon che ne raffredda lo spazio, vuoto. Ecco che la figura della donna ritorna e viene chiamata spesso in causa, utilizzata come mezzo di riflessione sulla società in generale. E’ il caso dell’opera Scintilla, in cui una serie di chiodi attraversano la suola di una scarpa femminile rivolta sul pavimento. Il lavoro della Piscitelli diviene sempre più un’indagine diretta nei confronti del mondo e delle contraddizioni che ne governano i suoi abitanti, contraddizioni politiche, sociali e culturali che indicano “artisticamente” al fruitore come e su cosa riflettere.

flavia montecchi

mostra visitata il 26 febbraio 2011

dal 25 gennaio al 2 aprile 2011

Giulia Piscitelli – Rischi Minori

a cura Stefano Chiodi

Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea

Via Gustavo Bianchi, 1 (zona Testaccio) – 00154 Roma

Orario: da martedì a venerdì ore 15-19.30; sabato su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel. +39 0657301091
info@fondazionegiuliani.org
www.fondazionegiuliani.org

6 Commenti

  1. Mi chiedo ancora come mai la Piscitelli sia stata inviatata alla biennale, è davvero un mistero. Ogni volta che ho visto sui lavori, dopo andavo a fami una doccia. Brrrrr.

  2. Il lavoro della piscitelli è assolutamente anonimo, anche se formalizzato in modalità ruffiane e stereotipate rispetto a quello che si debba considerare la migliore “arte contemporanea”. Si tratta di un’artigiana dell’arte contemporanea. Quindi può essere utile al curatore X per comporre la propria opera/installazione; può diventare funzionale ad un discorso e probabilmente avrà fatto opere sull’idea della luce (tema-pretesto della biennale). Ma anche Massimo Grimaldi ha presentato un bel lavoro sulla luce recentemente da Zero e non è stato invitato. Quindi, forse, anche buone pubbliche relazioni contano poco. Sicuramente quelle della Piscitelli hanno contato, in questo caso.

  3. Qualche anno fa a Napoli si cantava “sono solo canzonette”, sono daccordo con Luca, oggi sono solo “Piscitelli” di poco conto in cui la creatività e l’invenzione sta da un’altra parte, al di fuori di un letto disfatto accomodato per l’occasione e esposto in forma di pseudo arte contemporanea.
    Giovanni

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