-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 20.VII.2005 Ozmo&Abbominevole Pietrasanta (lu), Galleria Astuni
altrecittà
Prima erano solo artisti di strada. Oggi sono artisti e basta. I graffitari clandestini si smascherano dell'anonimato e sviluppano il segno. L'evoluzione darwinista crea una nuova generazione di sperimentatori...
La strada non è più il luogo privilegiato delle loro azioni. Per lunghi anni il popolo degli artisti di notte ha considerato la città una tela esclusiva, vergine e impersonale. Di qui la necessità di renderla viva con i colori sparati dalle bombolette spray. E non c’è mai nessuno che applaude, nessuna pacca sulle spalle, intervista o strette di mano. L’opera -chiamata senza alcuna vergogna murales– comincia a vivere quando la vernice è ancora fresca, la mattina dopo, sotto gli occhi incispìti di pendolari e mamme che accompagnano i figli a scuola. Opere come queste sono apprezzate per il loro suono -tra reggae e hip hop-, per il segno diventato cultura, per lo spirito musicale e modaiolo insieme che ha stimolato la creatività di una vasta schiera di writers, volgarmente e amorevolmente conosciuti come graffitari. Tra questi c’è chi va oltre. Come Abbominevole, al secolo Oliver D’Auria, classe 1979, di Legnano. Il contesto urbano è stato per lui il primo stimolo alla creatività. Niente graffiti, solo firme sui muri. Questa accadeva all’inizio. Poi è passato alle icone e ai santini, appiccicati alla meglio per le vie di Milano. Prima di lui ha cominciato Ozmo, pontederese di quattro anni più vecchio stabilitosi a Milano -anche lui- alla metà degli anni Novanta. Di lì in poi ha tappezzato gli angoli bui della città, i semafori i lampioni e le pensiline con immagini sacre. Reinterpretate in stile Ozmo, tecnicamente ben fatte e sorrette da spirito critico e dissacrante, le immaginine suscitano la reazione di preti e fedeli, che giudicano volgare “quest’uso pagano di icone”.
Le stesse che compaiono in alcuni frame dell’ultimo videoclip dei Casino Royale (da Milano Double Standard). Due giovani come tanti, loro. I tratti somatici fanno somigliare i loro volti, li rende simili. Nonostante la diversa interpretazione del segno pittorico e grafico, i loro interventi appaiono coerenti con la comune origine suburbana e lo spiccato gusto per un’arte viva e personale. In comune hanno inoltre l’emancipazione, che li ha spinti a trasferire la street-art in galleria. Un fenomeno, questo, che si sta diffondendo grazie all’intraprendenza di galleristi coraggiosi come Enrico Astuni. Ha lanciato una sfida che è stata presto raccolta. E i risultati sono incoraggianti per chi vuole continuare a seguire il percorso appena avviato. Nella galleria di Piazza Duomo, la coppia di giovani artisti ha realizzato a quattro mani un intervento invasivo che esalta le loro doti estetiche e grafiche. I pannelli non imprigionano il segno e la creatività. Sono piuttosto l’epicentro di un’evoluzione vorticosa di incisioni pittoriche che riportano sui muri -e in ogni spazio- la ricchezza delle idee.
Quello di Ozmo e Abbominevole è un mondo immaginato, costruito sulle macerie dei ricordi di infanzia e di una giovinezza che resiste. E un’ipotesi di mondo che scuote il mondo. Più vicino al vero di quel che appare.
Un universo personale in bianco e nero -fumettistico ma dal gusto pop, iperrealista quand’è necessario- animato da volti più o meno noti che si danno battaglia in questa surreale proiezione onirica del nostro mondo. Dissacrante e arguto, il duo scherza coi santi e con i fanti. Ed ecco che tra Giordano Bruno e le sorelle Lecciso, dipinte sul piccolo sportello che nasconde il contatore dell’elettricità, si riconosce anche il volto del critico d’arte Luca Beatrice. Di tutto questo alla fine resteranno solo i pannelli. E il ricordo. La galleria sarà pitturata per lasciare spazio a un nuovo allestimento. Come accade a volte sui muri della stazione o della fermata del bus. Anzi, no. Resteranno anche le firme, gelosamente collocate dagli autori di fronte alla vetrina di ingresso: una piccola piramide nera e un Exogino fucsia. Cos’è? Chi è stato bambino negli anni Ottanta lo sa bene…
link correlati
www.galleriaastuni.com
gianluca testa
mostra visitata il 28 maggio 2005
Ozmo & Abbominevole – fino al 20 luglio 2005
Galleria Astuni – Piazza Duomo, 37 – 55045 – Pietrasanta
orario: mar_dom 16.30_20 (possono variare, verificare sempre via telefono) – tel. 0584 20623 – 71760
fax 0584 266014 – 71760
galleria.astuni@libero.it
www.galleriaastuni.com
[exibart]
è un bel posto dove rilassarsi, una vacanza chic finto understatement per artisti, critici e curatori
Ozmo ha dato forte input alla scena underground italiana, riusendo a entrare nel circuito delle gallerie di arte contemporanea ci fà capire che la Street Art è un avanguardia senza canoni estetici, libera e autonoma.