Curata da Cesare Cunaccia e Elisabetta Crespi, figlia della designer e per anni sua collaboratrice, Il Segno e lo Spirito, in mostra al Palazzo Reale di Milano, vuole rendere omaggio a Gabriella Crespi (1922-1987) narrando il suo legame con la moda, passione che assume forme e valenze particolari e multiformi. Figura versatile e carismatica è stata artista, designer, scultrice e anche musa ispiratrice di molti fashion designer. L’esposizione, sviluppata attraverso aree tematiche, racconta il percorso creativo di questa artigiana del lusso, raccogliendo mobili, oggetti, illuminotecnica, sculture e gioielli, il tutto firmato e numerato, con innumerevoli brevetti depositati in Italia e all’estero, e gelosamente custodito tuttora nelle case di appassionati collezionisti di tutto il mondo, che in occasione di questa mostra hanno deciso di mostrarli al pubblico. Elemento che lega le diverse produzioni è il segno personale basato sulla natura dialogica tra apparenti contrasti, un gioco di specchi e rimandi tra filosofia utilitaristica dello spazio e purezza del senso estetico formale, tra materia e luce. Si parte con nella prima sala con la serie Lune e Pietra e pezzi d’arredamento in cui l’ottone si sposa con il bambù, segue Plurimi il cui nome voleva essere un omaggio a Vedova.
Si tratta di mobili in acciaio e ottone talvolta satinato talvolta lucido, progettati sull’evoluzione geometrica di una medesima forma al fine di sfruttare al meglio lo spazio. Proseguendo il percorso ci si imbatte in pezzi come i Caleidoscopi lampade che emettono grafiche tramite effetti di luce. Passando ad un altro tipo di oggettistica in mostra anche la collezione di gioielli, del 1974, in cui sono raccolti catene, pendenti, bracciali, orecchini, fibbie e anelli: colate libere concepite tramite l’antico procedimento della fusione a cera persa, ispirati agli oggetti dello splendore barbarico “gocce d’oro”. E color oro è anche la serie degli animali, tra cui cervi, rinoceronti, struzzi realizzati in bronzo e vetro soffiato, rappresentano un tipologia di scultura dall’aspetto vivido e fiabesco. Come spiega il curatore: “Il percorso creativo di Gabriella Crespi non è altro che un’ impellenza dell’anima, un moto perfino catartico e necessario, fino a quando Gabriella Crespi, all’apice della propria carriera di artista e designer, decide di abbandonare tutto per ricomporre il dissidio interiore che ne aveva dilaniato da sempre l’esistenza. Non si possono capire fino in fondo questi straordinari mobili, oggetti e sculture, comprenderne la duplice valenza di pura astrazione e specchi emotivi, senza confrontarsi con la storia personale di Gabriella”.
Storia e mostra che si conclude, proprio con un cambio nel momento in cui era all’apice della sua carriera: nel 1987 infatti, si stabilisce in India, sulle pendici dell’Hymalaia, per seguire un percorso spirituale, scegliendo la guida di Sri Muniraj. In mostra questa fase è testimoniata da India: percorso raccontato attraverso sculture, fotografie e la testimonianza del libro autobiografico.
tiziana leopizzi
mostra visitata sabato 1 ottobre 2011
[exibart]