A Ischia, la Torre di Guevara, costruita nel ‘400 da Don Giovanni De Guevara, è comunemente detta Torre di Sant’Anna, per la presenza di una cappella con l’effigie della madre della Madonna. Gli abitanti, però, preferiscono chiamarla Torre di Michelangelo, affidandosi alla leggenda di un soggiorno del Buonarroti, al seguito della scrittrice Vittoria Colonna. Questa confusione consapevole di parole, è segno immediato della percezione collettiva di un edificio che è certamente reale ma diventa altro.
Uno spazio in bilico tra paesaggio, interpretazione e rifunzionalizzazione, nel quale Marisa Albanese e Roberto Marchese hanno dato corpo a “Combinato disposto”, mostra curata da Michela Casavola con il patrocinio del Comune di Ischia e del Museo Madre.
‹‹Questa non è una doppia personale››, ha avvisato Casavola, il confronto è stato attivo e si è giocato tutto sul momento, alla ricerca di ‹‹un’arte empatica››. Una disposizione di sguardi e punti di vista che si intersecano negli ambienti della torre, alternandosi nelle stanze, affacciandosi dalle finestre aperte sul giardino e sulla scogliera, accostandosi alle pareti fitte di affreschi.
Salendo la stretta rampa di scale che porta al primo piano, si sente il fruscio del Vento del sud, opera di Albanese. Un video, proiettato su un tavolino, mostra centinaia di fogli, impilati per formare una casa di carta, che si agitano, dispersi dal vento e ritrovati sul pavimento reale della sala, ricoperto dalle pagine accartocciate. La riflessione sul movimento ritorna in Cosa ferma le altalene?, installazione composta da cinque giostre magnetiche, sospese su altrettante lastre cosparse di limatura di ferro. L’oscillazione del magnete disegna percorsi astratti nella polvere e genera la forza d’attrito dinamico che porta alla stasi. Un crepitio attrae verso l’ambiente adiacente. Qui, un grande compasso, in bilico orizzontale come un’altalena basculante, disegna un cerchio, imprimendo la sua geometria perfetta su una distesa di sale. È Mare chiuso, prima di una serie di opere sul tema della migrazione. Il meccanismo segue un ritmo programmato e guida una penna dorata sulla grande pagina bianca di cristalli salini, merce di scambio per eccellenza e sineddoche del viaggio.
L’installazione site specific di Marchese porta tutti i ruvidi segni della materia. Un corridoio tortuoso in lamiera, invade e orienta lo spazio. Percorrendolo fino in fondo, si arriva a uno schermo, sul quale scorrono gli attimi di un tramonto, registrato nella zona dei Regi Lagni, tra Nola, Caserta e Acerra. Sullo stesso tema, insiste New Yort, serie di fotografie prese nella zona di Orta di Atella. Sono paesaggi borderline che emergono con forza tra le ombre disegnate dallo scorrere delle ore. Uno studio urbano sulla luce, tra la massa dell’archeologia industriale e le ricerche di Gilles Clément. Proprio il suo Manifesto del Terzo Paesaggio è inchiodato al muro da un cuneo arrugginito, in Dross#1.
In linguaggio giuridico, il “combinato disposto” è una tecnica interpretativa, in base alla quale si ricava una norma attraverso la combinazione di due disposizioni. L’esito legislativo deve essere definitivo, un termine che l’arte rigetta ostinatamente. Il doppio percorso espositivo, infatti, lungi dall’essere unitario, si snoda come un bivio persistente, paradosso ottico e cognitivo. Una forma impossibile che può materializzarsi solo in un luogo altro da sé, un po’ più in là delle coordinate del reale.
mario francesco simeone
mostra visitata il 12 luglio
dal 12 luglio al 21 settembre 2014
Marisa Albanese / Roberto Marchese, Combinato Disposto, a cura di Michela Casavola
Torre di Guevara, via Nuova Cartaromana, 80070 Ischia (Napoli)
Orari: tutti i giorni, dalle 18.00 alle 21.00, ingresso gratuito