21 aprile 2011

fino al 21.V.2011 Architettura e Utopia in Toscana (1968-1973) Milano, Museo Pecci

 
“Apriamo un dibattito” Il Museo Pecci chiama a raccolta i principali esponenti dell’avanguardia radicale toscana per confrontarsi con la propria utopia e l’attuale realtà contemporanea...

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In attesa della riapertura del Museo Pecci di Prato (in fase di completamento da parte dell’architetto olandese Nio Architecten) e prevista nel 2012, si inaugura nella sede milanese, nascosta tra le case di ringhiera del Naviglio, la mostra Invito al viaggio, parte 3 con una serie di significative opere provenienti dalla collezione Toscana. In occasione del Salone Internazionale del Mobile dal 12 al 16 aprile (nell’ambito degli eventi Fuorisalone), il Museo Pecci ha proposto una serie di incontri e proiezioni davvero uniche, con la presentazione di Architettura e Utopia in Toscana (1968-1973), invitando i principali protagonisti di quel mitico movimento nato verso la fine degli anni 60 e prematuramente terminato già nei primi anni ’70, a confrontarsi col pubblico. L’avanguardia nata in quegli anni, è stata definita Radicale, per le azioni rivoluzionarie e il suo pensiero, che ancora oggi stupisce per la particolare attualità e carica utopica. All’ingresso del percorso espositivo, ci troviamo  di fronte alla grande struttura del gruppo UFO A.N.A.S,  una ricostruzione  alta sei metri del gonfiabile originale, presentato nel 1969 alla Facoltà di Architettura di Firenze. Con  l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade, del gruppo fiorentino, parte il viaggio a ritroso verso il racconto dei protagonisti e della loro breve ma intensa esperienza. E’ già qui davanti al visitatore l’essenza del pensiero radicale; la carica provocatoria, l’ironia, il paradosso e la vitalità che gli fecero prendere le distanze dall’architettura accademica del tempo per confrontarsi con i temi della modernità. Sono presenti al Pecci i principali protagonisti del periodo: Superstudio, UFO, 9999 che ci riportano attraverso immagini, video e parole, le loro straordinarie sperimentazioni nate e sviluppate nell’ambito della Facoltà di architettura di Firenze, fino alla definitiva consacrazione nel 1972 al Moma di New York con la mostra “Italy: the New domestic landscape”.

In particolare i video proposti ci riportano l’atmosfera e la forza dirompente delle azioni degli architetti radicali, svelando le strutture gonfiabili Urboeffimeri di Ufo, gli happening progettuali con le proiezioni spaziali  sul Ponte Vecchio dei 9999 e i concerti e gli allestimenti allo Space Electronic,  il leggendario locale di Firenze. I fotomontaggi di  Superstudio come Monumento continuo e il video Supersuperficie/Vita,  ci manifestano invece la loro visione urbana utopica, in cui già si prefigurano i temi della contemporaneità, come il gigantismo della scala urbana e l’elaborazione di modelli architettonici di urbanizzazione totale. Dal grido di Lapo Binazzi/UFO “Apriamo un dibattito!”, durante gli incontri emergono molti elementi di riflessione, legati soprattutto al fatto che ci troviamo davanti ad una visione comune da parte dei gruppi costituenti ( tra l’altro riuniti nel 1973 nella Global Tools presso la rivista Casabella su specifici temi). Gli architetti Radicali da tempo annunciavano una società in cui la tecnologia avrebbe avuto un ruolo dominante; si iniziavano a ipotizzare strutture architettoniche ibride, con tecnologie sofisticate che collegavano spazi abitativi e natura. Un mondo e una società non suddivise in classi ma unite in un sistema nodale di connessioni: la Rete. In tempi ancora lontani da internet e dai social network, secondo il concetto sviluppato da Marshall McLuhan nel 1964, ci troviamo così davanti alle prime ipotesi di “Villaggio Globale”.C’è quindi da augurarsi che l’architettura radicale abbia l’opportunità di avere un campo di riflessione più ampio rispetto a quello che gli è stato finora riservato dalla critica istituzionale e che sia anche possibile raccogliere e studiare quanto più materiale a riguardo, affinché le venga riconosciuto il giusto ruolo di avanguardia italiana. I giovani architetti e designer dovrebbero partire dalle immagini e dalle parole indimenticabili di questi protagonisti, prima di attraversare il ponte di ferro sulla stazione di Porta Genova per poi dirigersi verso le affollate zone del design in cerca delle grandi novità. Qui al Pecci è Superarchitettura.

laura tedeschi

Mostra visitata il 16 aprile 2011


dal 7 aprile al 21 maggio 2011

ARCHITETTURA E UTOPIA IN TOSCANA (1968-1973) Visioni e riflessioni

Eventi fuori salone, in occasione del Salone Internazionale del Mobile 2011  12– 16 aprile 2011

Nell’ambito del progetto INVITO AL VIAGGIO

sostenuto da Regione Toscana / Toscana Promozione, con il patrocinio del Comune di Prato

Museo Pecci Milano

Ripa di porta Ticinese 113, Milano

(M2 stazione Porta Genova; tram 2 fermate Ripa Ticinese d’Adda)

Orari : da martedì a sabato, ore 15.00 – 19.00

Ingresso: Libero

Informazioni: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci

Tel. +39 0574 5317

+39 0574 5317     

www.centropecci.it

2 Commenti

  1. Più che superarchitettura, qui si mostra l’impero dell’effimero. La buona architettura dell’uomo ha ben altre sfide d’affrontare. Visto lo scempio del territorio e dell’ambiente umano.

  2. E quali sarebbero le sfide? Continuare il patchwork degli ultimi anni? Definire la forma dell’architettura sostenibile e ri-proporla nelle più svariate combinazioni?

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