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14
aprile 2011
fino al 22.IV.2011 Lisa Borgiani / Massimo Nidini – DynamiCities Verona, filiale di Cassa Padana Bcc
altrecittà
Movimento, luce, colore, antico e moderno si fondono in un'unica opera per esaltare il concetto di sviluppo e di rinnovamento. Se pensate sia tutto vi sbagliate. Non avete fatto i conti con la fotografia...
di Erika Prandi
La mostra di Lisa Borgiani (Verona, 1979) e Massimo Nidini (Verona, 1944) offre sicuramente qualcosa di affascinante. Sarà l’ambientazione (in una ex chiesa medievale) o lo stile futuristico che contrasta con le pitture del XII secolo ma non si può non rimanerne colpiti. Le opere sono garbatamente inserite nel contesto religioso mostrando al visitatore quanto di nuovo è stato costruito nei secoli e quanto è rimasto. Alla base delle creazioni dei due artisti c’è la fotografia e il colore. Lisa Borgiani è la fotografa, colei che inquadra nei suoi obbiettivi panoramiche di edifici moderni e antichi e li assembla come in un collage per creare composizioni armoniche e d’effetto.
La struttura interna dei quadri non è mai soggetta alle regole di proporzione e di gravità anzi, è incline ad uno stravolgimento della realtà che cambia forma e diventa psichedelica. I colori della tavolozza di Nidini (come abitualmente si firma) diventano elementi portanti per creare questa suggestione e dare l’idea che tutto è in movimento, in crescita, in evoluzione. Non c’è niente di statico nelle loro opere, niente di fisso, immutabile, costante. Ciò che vediamo è un passato che si confronta con il presente per amalgamarsi e diventare forza trainante per un nuovo processo evolutivo. Ed è così che l’Arena di Verona, gli edifici triestini e Notre Dame di Parigi (per fare un esempio) vengono affiancati da grattaceli newyorchesi, da architetture in vetro provenienti da Singapore o da ponti che sembrano strade. Ciò che si vede non sempre è quello che sembra. Il punto di vista dell’artista può fuorviarci, mostrarci le cose in un’ottica diversa, o aiutarci a capire. Quello che appare come un palazzo potrebbe essere un’ombra proiettata nello spazio mentre intrecci di colore assomigliano a strade.
In alcuni casi abbiamo città sospese nel vuoto in attesa di arrivare a destinazione mentre in un quadro di New York alcune piramidi colorate hanno preso il posto delle Twin Towers. La stessa struttura piramidale è ricreata di fronte all’opera in modo tale che, attraverso luci delle medesime colorazioni, il fruitore possa entrare nello spazio immaginario ricreato dagli artisti e poter avvicinarsi ad una realtà che, in fin dei conti, è molto più vicina di quello che può sembrare. La struttura portante dei quadri è il forex mentre in alcuni persiste la tela. Ad aiutarci nella comprensione del percorso artistico è un video di presentazione in cui i due autori descrivono i loro lavori e il modo in cui li eseguono. È una ricerca che parte dal viaggio, lo stesso di questo progetto itinerante che da Verona si sposterà a Leno, in provincia di Brescia, per sostare poi a Reggio Emilia e terminare a Cremona. Non resta altro che inebriarsi di storia e di architettura perdendo, almeno per un pò, il controllo sulla percezione della realtà.
La struttura interna dei quadri non è mai soggetta alle regole di proporzione e di gravità anzi, è incline ad uno stravolgimento della realtà che cambia forma e diventa psichedelica. I colori della tavolozza di Nidini (come abitualmente si firma) diventano elementi portanti per creare questa suggestione e dare l’idea che tutto è in movimento, in crescita, in evoluzione. Non c’è niente di statico nelle loro opere, niente di fisso, immutabile, costante. Ciò che vediamo è un passato che si confronta con il presente per amalgamarsi e diventare forza trainante per un nuovo processo evolutivo. Ed è così che l’Arena di Verona, gli edifici triestini e Notre Dame di Parigi (per fare un esempio) vengono affiancati da grattaceli newyorchesi, da architetture in vetro provenienti da Singapore o da ponti che sembrano strade. Ciò che si vede non sempre è quello che sembra. Il punto di vista dell’artista può fuorviarci, mostrarci le cose in un’ottica diversa, o aiutarci a capire. Quello che appare come un palazzo potrebbe essere un’ombra proiettata nello spazio mentre intrecci di colore assomigliano a strade.
In alcuni casi abbiamo città sospese nel vuoto in attesa di arrivare a destinazione mentre in un quadro di New York alcune piramidi colorate hanno preso il posto delle Twin Towers. La stessa struttura piramidale è ricreata di fronte all’opera in modo tale che, attraverso luci delle medesime colorazioni, il fruitore possa entrare nello spazio immaginario ricreato dagli artisti e poter avvicinarsi ad una realtà che, in fin dei conti, è molto più vicina di quello che può sembrare. La struttura portante dei quadri è il forex mentre in alcuni persiste la tela. Ad aiutarci nella comprensione del percorso artistico è un video di presentazione in cui i due autori descrivono i loro lavori e il modo in cui li eseguono. È una ricerca che parte dal viaggio, lo stesso di questo progetto itinerante che da Verona si sposterà a Leno, in provincia di Brescia, per sostare poi a Reggio Emilia e terminare a Cremona. Non resta altro che inebriarsi di storia e di architettura perdendo, almeno per un pò, il controllo sulla percezione della realtà.
erika prandi
mostra visitata l’11 aprile
dall’8 al 22 aprile 2011
Lisa Borgiani / Massimo Nidini – DynamiCities
a cura di Vera Meneguzzo
Filiale di Cassa Padana Bcc
piazza Arditi, 4 (ex chiesa di San Silvestro) – 37122 Verona
da lunedì a venerdì ore 8-13 / 14.30-17
Ingresso: gratuito
Info: tel. +39 045594375;
tel. e fax della Fondazione Dominato Leonense +39 0309038463; info@fondazionedominatoleonense.it