La mostra che ha al centro la figura di Maurizio Nannucci al Museo Marini a Firenze non propone le inconfondibili opere del maestro fiorentino ma un Nannucci inedito, riflesso nelle opere degli altri – amici e colleghi – che con lui si sono relazionati.
Nannucci da oltre cinquant’anni intrattiene quotidiani rapporti epistolari – con artisti di mezzo mondo; questa rete di contatti gli ha consentito di instaurare molte amicizie e percepire, in prima persona, il fermento culturale e d’avanguardia in particolare tra Europa e Stati Uniti permettendogli di indagare le complesse relazioni che esistono tra arte, immagine e linguaggio.
Il progetto “Top Hundred” che Nannucci (1939), poliedrico artista attivo sin dalla metà degli anni Sessanta, propone ha alla base il concetto della riproducibilità dell’opera d’arte e della serialità che, liberatasi dall’idea di unicità, si apre a una più vasta circolazione dove il valore economico diventa relativo. Vengono esposti oggetti – molti dei quali legati all’arte concettuale – che nel tempo hanno assunto un valore “altro”: si va da oggetti da pochi euro a oggetti che sono diventati veri e propri cult.
Seppur Nannucci – fiorentino di nascita – abbia sempre mantenuto un rapporto con la sua città di origine, ha viaggiato molto e ha sempre avuto uno sguardo molto ampio e aperto sul mondo che lo circonda; questo gli ha permesso nel tempo di “accumulare” oggetti non locali, ma “cose” provenienti da ogni dove e che portano la firma dei più noti artisti contemporanei: da Andy Wahrol, a Yanoi Kusama; da Christo a Damian Hirst. Numi tutelari del progetto sono però: Marcel Duchamp, John Cage, Yoko Ono e Guy Debord del quale è esposta una prima edizione de La società dello spettacolo.
Vengono pertanto proposti multipli, edizioni limitate, libri e dischi d’artista, video, manifesti, riviste, documenti. Oggetti talvolta curiosi come per esempio A flux suicide kit di Ben Vautier, piccola scatola trasparente contenente la corda, i fiammiferi, la lametta, insomma tutto l’occorrente per inscenare un suicidio; oppure la mini riproduzione del famoso tappeto di Maurizio Cattelan ispirato al formaggio Belpaese. Parallelamente trovano posto nelle teche del Museo Marini anche alcune testimonianze dell’intensa attività editoriale di libri e dischi svolta da Nannucci nel corso degli anni che di volta in volta si è affermata con l’etichetta di Exempla, Zona Archives e Recordthing.
Nannucci non si considera un collezionista bensì un archivista. Per lui il documento ha un’importanza notevole, lo considera un oggetto vivo, di pratica, non un mero oggetto di studio. Nannucci è interessato al concetto della riproducibilità dell’opera d’arte che seppur abbia preso avvio negli anni Cinquanta con Daniel Spoerri, ha raggiunto il vertice dagli anni Sessanta quando gli artisti hanno capito che il multiplo poteva essere un modo efficiente ed efficace per promuovere la propria attività artistica anche al di fuori dei classici circuiti di promozione come le gallerie.
Enrica Ravenni
mostra visitata il 22 febbraio
Dal 27 febbraio al 23 aprile 2016
Maurizio Nannucci, Top Hundred
Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio, Firenze
Orario: 10:00 – 17:00, chiuso il martedì e i giorni festivi
Info: Tel. +39 055.219432 – e.mail: info@museomarinomarini.it – www.museomarinomarini.it