Il Trevi Flash Art Museum ospita fino al 23 dicembre una grande mostra collettiva ispirata ai valori forti della natura e al rapporto di quest’ultima con le radici profonde della nostra civiltà.Abbiamo incontrato la curatrice del progetto Lorella Scacco e le abbiamo chiesto di parlarcene.
La tua mostra è tutta giocata sul complesso di metafore innescato dal titolo “Extra–vergine”. Ce ne vuoi illustrare alcuni aspetti?
Extra Vergine nasce dall’idea del gallerista romano Pio Monti di dedicare una mostra al prodotto tipico del territorio umbro dove ha sede il Trevi Flash Art Museum. Sono stati invitati ben 60 artisti a realizzare un’opera d’arte su questa tematica. L’olio è d’altronde uno dei più antichi medium usati dagli artisti per dipingere ed il titolo di questa esposizione è dunque un chiaro riferimento all'”olio su tela”. Ma “Extra Vergine” ha anche ispirato gli artisti a riflettere su altri valori, come quelli della femminilità, verginità, sacralità, purezza. Mark Kostabi ha rappresentato una Vergine con Bambino in mezzo ad un uliveto. Marco Lodola ha realizzato una immagine degli “Sposi”. Stefano Di Stasio ha disegnato un uomo intento a spostare una grande macina per la spremitura delle olive.Gulia Lusikova ha dipinto una giovane vergine che cammina leggiadra in un campo d’ulivi ispirandosi alla mitologia da cui ha tratto il titolo: “Il secreto di Eritteo”.Anche Luther Blisset ha partecipato con una immagine della costellazione del segno zodiacale della Vergine.
Credo che una riflessione sulla genuinità e naturalità che il termine “Extra Vergine” ispira è sicuramente importante in questo periodo di grandi contaminazioni e mutazioni transgeniche. Se il progresso tecnologico ci ha portato grandi cambiamenti e nuovi agi, esso ci ha anche però mascherato alcuni valori propri dell’uomo.
Gran parte degli artisti in mostra presentano dipinti ad olio. Dopo l’indigestione della videoarte e della tecnologia che abbiamo avuto negli ultimi anni, questo ritorno ad un mezzo artistico così vicino anche alla nostra tradizione culturale italiana come va interpretato? E’un segno dei tempi?
La pittura credo che non scomparirà mai… è una tecnica talmente antica e consona all’uomo che sarà sempre uno dei medium preferiti dall’uomo. Credo anche che i linguaggi espressivi tradizionali, come la pittura, il disegno, la scultura, seguono la naturalità e la spontaneità del gesto dell’individuo rispettandone tempi e modalità, a differenza del linguaggio digitale, che modificando
l’immagine in qualsiasi momento, porta all’artificialità.
Nell’anno beuysiano, anche la tua mostra presenta alcune opere del grande artista difensore della natura.Ce ne vuoi parlare?
L’opera di Beuys “Olflasche – Difesa della Natura” del 1984 non
poteva mancare in questa mostra. E’ l’opera emblematica che richiama direttamente non solo il tema della mostra, ma anche quei valori più generali in difesa, appunto, della natura a cui l’artista tedesco dedicò tanti anni del suo lavoro.
Ugo Giuliani
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