Attraverso questi territori e da queste premesse nasce Far West, Arte di frontiera, ennesima mostra low budget che Antonio Manfredi, direttore e curatore del Cam e i suoi coraggiosi e instancabili collaboratori propongono al pubblico negli spazi underground del Museo d’ arte contemporanea di Casoria (NA). La mostra che vede impegnati 16 artisti dalle produzioni eterogenee che spaziano dalla fotografia al video, dall’installazione alla performance, vuol far luce su tematiche sociali strettamente legate al territorio. “L’idea curatoriale della mostra parte dall’analisi di un luogo che diventa metafora di un sentire sociale, di uno spazio vissuto da un groviglio di esistenze, in cui l’individualità cerca spazio per la propria espressione – dice Antonio Manfredi e prosegue – La periferia del Far West è nello squilibrio della coscienza che si vede soffocata nelle anguste abitazioni ammassate, nel limite fisico e mentale da cui fuggire attraverso una resistenza creativa”.
Ad inaugurare l’esposizione ci pensano i Musical Village con la performance, Pecchè nun ce ne jamm in America, dove in maniera giocosa e scansonata cercano l’evasione veso una vita migliore tema comune al lavoro di Alessandro Falco, Vincenzo, che in sella al suo destriero a due ruote immagina la fuga dal degrado quotidiano in cui vive, mentre Lello Lopez con gran malinconia ci racconta di, Cyrus, barbone di Pozzuoli che attraverso la speranza e l’immaginazione emigra verso mete più vivibili. L’indagine sulla periferia viene approfondita in Questa Città , videomusic performance, dei Letti Sfatti con Erri De Luca e Patrizio Trampetti che contestualmente hanno presentato il catalogo e il DVD che accompagna questo progetto dal quale traspare delusione, sofferenza ma soprattutto voglia di riscatto sociale per questa città , riscatto e salvezza che provano a trovare una via di fuga attraverso Untitled, di Salvino Campos, lavoro intriso di dolore e di speranza.
La mostra, coerente ed equilibrata, prosegue con What game we play, di Nicola Mette, lucida e ironica interpretazione del valore della donna e del suo potere nella societĂ contemporanea, si arriva alle opere di Luciano Ferrara e del collettivo Wine & Foto (Paolo Manzo, Gianluigi Gargiulo, Arturo Muselli, Andrea Bove, Luigi Fedullo, Roberta Basile) che per l’occasione propone a firma dei singoli componenti del gruppo una serie di foto delle periferie napoletane dove chiaramente emerge il degrado e l’abbandono ma anche la voglia utopica come nel caso di Gargiulo di portare un pò di periferia in centro. Si parla proprio di abbandono e di utopia in Pena di morte per i camorristi, lavoro performativo di Sebastiano Deva, che attraverso manifesti 3 metri per 6 affissi sui pannelli pubblicitari lungo le strade cittadine, invita in maniera provocatoria la gente ad un’ utopica nonchè improbabile chiamata alle urne, opera immediatamente censurata da Palazzo San Giacomo. Attraverso il gioco dello specchio invece Peppe Esposito ci invita a ri-flettere, con Il Pistolero di plastica, sull’imparzialitĂ dello sceriffo e sul nostro ruolo al suo cospetto mentre Lo Sceriffo del Parco Verde di Caivano, di Antonio Manfredi è il video che chiude la mostra e presenta l’uomo sceriffo che avvalendosi delle “leggi” del Far West partenopeo, abusivamente ha creato il suo ranch nell’aiuola pubblica di un parco dove finalmante ha trovato la sua dimensione di vita ideale.Â
gino pisapia
mostra visitata il 3 aprile
dal 19 marzo al 24 aprile 2011
Far West. Arte di frontiera
a cura di Antonio Manfredi
Cam Casoria Contemporary Art Museum
Via Duca D’Aosta, 63 Casoria, Napoli
Orario: martedì – mercoledì – giovedì – domenica ore 10 – 13; sabato 17 – 20   Â
Ingresso: intero € 3,00; agevolazioni 14/22 anni € 2,00
gratuito fino a 14 anni/ oltre 65 anni
Info: tel/fax +39 0817576167
www.far-west.eu
info@casoriacontemporaryartmuseum.com
casoriacontemporaryartmuseum@hotmail.com
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