Seppur con modi e finalità assai differenti rispetto ai suoi tradizionali ambiti d’indagine, la pratica archivistica è ampiamente diffusa nell’arte contemporanea. Dagli inizi del Novecento a oggi decine sono gli artisti che nella raccolta e nella scelta di oggetti e immagini hanno sperimentato un nuovo ed efficace metodo di creazione autonoma. Appropriazione, post-produzione, pratiche del montaggio e del remix, l’arte contemporanea preferisce presentare piuttosto che rappresentare, recupera relitti e tracce provando a restituire loro una logica e guarda al frammento come dato da cui ripartire. Già Aby Warburg nel suo Mnemosyne (1927) ha elevato la catalogazione a gesto poetico, registrando con piglio critico i cambiamenti in atto. Gli artisti oggi, armati di internet e di mezzi tecnologici potenzialmente illimitati, adottano l’archivio come medium per realizzare nuove visioni e ricostruzioni del mondo.
Un ricco filone entro cui s’inserisce senza difetto anche Lamberto Teotino (Napoli, 1974), artista da sempre interessato alla multiforme natura dell’immagine, ai suoi risvolti concettuali ed estetici, che nel web ha trovato la sua miniera, una fonte inesauribile di spunti iconici, selezionati e archiviati con rigore e metodo fino al momento in cui farli assurgere a nuova vita in forma di opere d’arte indipendenti. Un atto di creazione pura per una nuova genesi a cui, in seconda battuta, collabora anche lo spettatore contribuendo ad arricchire l’immagine con nuove letture e nuovi significati.
Al pari dei frattali, presenze alchemiche e plastiche insieme, inciampi visivi sono anche le linee verticali tracciate sulle immagini della serie Sistema di riferimento monodimensionale, premiata all’ultima edizione del Premio Celeste. Dalle foto di repertorio l’artista sottrae una porzione verticale che oltre a deformare la visione sembra introdurre a una dimensione parallela, costituendo scarto sensoriale e pausa riflessiva.
Quello di Teotino è un tracciato metalinguistico entro il quale i personaggi delle foto selezionate si emancipano dalla dittatura del proprio tempo per lanciarsi con prepotenza in una temporalità altra, o meglio in un fuori-cronologia, affermando sempre e ovunque la loro intrinseca attualità. L’artista agisce sul dubbio, consapevole che esso costituisce un efficace metodo per mettere alla prova le nostre conoscenze (e coscienze) e che da esso potranno scaturire nuove certezze più o meno durature.
Carmelo Cipriani
mostra visitata il 18 giugno
Dal 22 maggio al 24 settembre 2017
Lamberto Teotino, L’ultimo Dio
Visionarea Art Space Auditorium Conciliazione
Via della Conciliazione 4, 00193 Roma
Orari: dal lunedi al sabato dalle 10.00 alle 18.00.
Info: info@visionarea.org
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