È il primo appuntamento della rassegna salentina
Il materiale e l’immaginario. Percorsi di design, cultura e percezione del progetto promossa da Id&a e aperta da un incontro d’approfondimento teorico coordinato dal curatore Marco Petroni, agitatore culturale già rivelatosi attento conoscitore della
nouvelle vague del design contemporaneo con la raffinata iniziativa barese
Luce sul design, dialogo tra le specificità mediterranee e importanti realtà del design internazionale, muovendosi in un campo affine sia all’illuminotecnica che alla bio-architettura.
Con l’iniziativa leccese ha invece mirato a rendere visibili e fruibili alcune condizioni di riferimento per l’uomo, quali la memoria e la percezione originaria dei luoghi; una riflessione attivata snodando l’esposizione in vari luoghi della città, dall’ex convento dei Teatini situato nel centro storico alle Manifatture Knos, splendido esempio di archeologia industriale, riedita a contenitore creativo.
Qui è ospitata la mostra
Nano-Tech Design. Dispositivi periferici. Con un’installazione composta da sei strutture cromatiche circolari,
Matteo Cibic e
Antonio Piccirilli hanno proposto futuri scenari produttivi legati alle nanotecnologie -sorretti dall’efficace grafica di
Alvise Guadagnino-, in particolare all’utilizzazione di
oled (diodi organici a emissione di luce), ultima generazione di fonti luminose a basso costo e ad altissima efficienza, ormai prossime a sfondare sul mercato.
Sebbene siano numerosi gli artisti che, da tempo, utilizzano fonti luminose alternative finalizzate a interventi installativi o che collaborano con noti scienziati per costruire programmi di visualizzazione di immagini alternativi -d’esempio è l’antico sodalizio tra
Victoria Vesna e James Gimsewski-
l’idea nuova risiede nel confronto, in campo aperto, tra design e ricerca scientifica, innovazione tecnologica e creazione di nuovi oggetti e nuove funzioni.
I progetti esposti, accompagnati da modaioli happening di vjing e food design, presentano un ventaglio delle molteplici possibilità applicative di queste tecnologie: dalla periferia al centro di Lecce scopriamo la vitalità creativa, salentina e non, nelle opere di
Renzo Buttazzo,
Corrado Bove,
Antonio De Luca,
Alfio Cangiani,
Aut Miglietta Associati, in un suggestivo percorso allestito all’interno dell’ex convento dei Teatini; tra le volute secentesche del primo piano,
Fernando Schiavano presenta le
Geografie della mancanza, con cui esplora la relazione fra arte e memoria dei luoghi, costruendo un racconto tra architettura, cultura del viaggio, vissuti locali, svelando un universo di affetti, ricordi, anonimi brandelli di esistenze.
Un’operazione di scavo negli scarti della quotidianità, una pratica antica che risale addirittura agli assiro-babilonesi e agli egizi, come afferma Petroni. Un riuscito incontro, tra un passato ormai remoto e un futuro assai prossimo.