Per la prima volta in Italia Christian Parisot, responsabile del Modigliani Institut Archives Legales (archivio di documenti e foto ereditato trent’anni fa dalla figlia del pittore livornese) espone le opere di Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne e André Hébuterne, scoperte appena due anni fa.
La terra di Federico II ospita un artista vicino all’imperatore svevo per il comune amore per l’esoterismo, per la cabala, per il numero otto, che ritorna nel Ritratto di Beatrice Hastings, disegnato da Modì a matita su carta, così come nel federiciano Castel del Monte.
Dal Bateau lavoir, l’atelier ricavato negli spazi abbandonati di una fabbrica di pianoforti, sulla butte di Montmartre e dall’atelier Ruche di Montparnasse a Parigi, arrivano in Puglia 190 opere di Moise Kisling, Picasso, Utrillo, Max Jacob, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gabriel Fournier, David Seifert, Michail Larionov, George Sabbagh e Marevna.
La mostra si snoda dal 1906, quando Modigliani lascia la scuola toscana, mancato macchiaiolo, e va a Parigi a far parte di un nutrito gruppo di artisti maledetti. Sono gli anni definiti dal critico André Warnod dell’Ecole de Paris: nell’esposizione barese uno spaccato delle opere prodotte dal suo entourage. Un ambiente unito da un profondo senso di cameratismo, dove Picasso e Max Jacob dividevano addirittura il letto alternandosi.
L’amico e mecenate Paul Alexandre descrive Modiglioni come un piccolo uomo, ma un vero tombeur de femmes, un aristocratico nato. La sua allure “restava in lui malgrado la sua vita disordinata”, fatta di amori, alcool e droga, come testimonia la sua modella preferita, Lunia Czechowska.
Anche a Jeanne Hébuterne è dedicato un ampio spazio. Tra le opere della giovane modella e pittrice, che diciannovenne lasciò la famiglia per seguire Modì, vi è anche un ritratto del padre realizzato a quattro mani: sopracciglia, occhi e mani dell’uomo sono di Modigliani.
Fin dalle esposizioni realizzate a Venezia dalla Fondazione Cini e ad Ancona, la critica si è posta l’obiettivo di dare il meritato peso al lavoro di Modigliani, ritenuto spesso un peintre facile, sans réelle dimension innovatrice, giudizio peggiorato dopo la morte dall’enorme mole di falsi che ha contribuito a seminare dubbi e discredito sulla sua produzione.
Gli inconfondibili lunghi colli del pittore ne hanno però fatto uno dei maestri più ricercati dai mercanti d’arte. L’evento di Bari, dal canto suo, è già un grande successo di pubblico.
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rosita fanelli
mostra visitata il 27 giugno 2003
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Anch'io, come molti credo, avevo di Modigliani un'immagine fin troppo influenzata dai "lunghi colli" e non mi sono mai spinta oltre, forse perchè atttraverso gli studi liceali non si approfondisce troppo. Leggendo queste righe sulla mostra di Modigliani a Bari, nella mia città oltretutto, per lo meno mi è nata la curiosità di saperne qualcosa di più sull'artista, di andare oltre le letture superficiali. Pertanto l'appuntamento con la mostra diventa indispensabile.
Grazie.