Riallacciandosi alle parole del direttore scientifico del progetto, Achille Bonito Oliva, si può parlare in questa occasione di un vero e proprio movimento “nomade”. Che mira a coinvolgere l’intera regione partendo dai suoi luoghi storici per eccellenza, i castelli, che nei secoli sono stati i baluardi della civiltà, punti di avvistamento e di difesa, luoghi di vita privata e sociale. Secondo le intenzioni del curatore, Giusy Caroppo, l’obiettivo è rivitalizzare l’interesse per l’arte contemporanea in Puglia, promuovendo contemporaneamente il territorio e le sue bellezze storiche, partendo dai castelli e realizzando un vero e proprio circuito culturale di durata triennale.
Si parte da Castel del Monte, il fortino ottagonale di Federico II di Svevia, arroccato sulla cima di un colle della murgia, nell’entroterra barese: in questa location suggestiva si inseriscono le creazioni site specific di alcuni tra i più importanti artisti italiani e internazionali (più cinque giovani, ma già affermate, leve) che vanno a sviscerare dei punti di vista, temi portanti dell’intero progetto-mostra. Il Passato, lo Spazio, la Tecnologia, l’Identità e il Genius Loci: questi i fili conduttori che verranno sviluppati singolarmente in altrettante mostre tematiche, successive alla mostra inaugurale.
In questo caso li troviamo riassunti nelle otto sale del primo piano del castello, in un percorso che si biforca all’entrata: le tre sale a destra accolgono l’interpretazione del tema del Genius Loci realizzata da Enzo Cucchi (Morro d’Alba – Ancona, 1949. Vive a Roma) il quale spiazza il visitatore per la sua scelta di non presentare pittura ma un progetto articolato.
Il pioniere della Transavanguardia ha infatti limitato il suo intervento al tracciato bianco di percorsi, per così dire, all’interno dei quali ha lasciato libero spazio all’inventiva di cinque artisti emergenti: vi troviamo un paladino a cavallo con le sembianze di Federico II, tutto di zucchero, opera di Domenico Mangano (Palermo, 1976); un atipico falconiere con falco vivente e valigia, nella performance ideata da Elisabetta Benassi (Roma, 1966); l’installazione, negli strombi di una finestra, della carta da parati con vignette oscene di Marc Bauer (Svizzera, 1975, vive a Bruxelles e Amsterdam); il piedistallo della statua di Sant’Antonio che Francesco Arena (Mesagne – Brindisi, 1978) trasforma in fontana; e infine i bicchieri intimisti, incisi con una frase di Brecht e due mimi danzanti di Carlo Benvenuto (Stresa – Verbania, 1966, vive a Milano).
Nessuno più di Pedro Cabrita Reis (Lisbona – Portogallo, 1956) poteva rendere giustizia al concetto di Spazio: una croce al neon poggiata su una base di mattoni, dal titolo La bambina, ingloba lo spazio della memoria in quello fisico, unisce il ricordo di un tragico evento (la piccola Graziella M. che fu rapita e uccisa nei pressi del castello) alla continua e costante sfida del tempo sull’architettura, delimitando e definendo in maniera netta l’area della sala che la accoglie.
Questo momento evocativo apre la strada all’interpretazione del Passato realizzata dal pioniere della videoarte Bill Viola (New York, 1951)
Una desolante ironia è quanto emerge da Sun, l’opera del dissacrante Sislej Xhafa (Peja – Kossovo, 1970. Vive a New York), che affronta il tema dell’Identità, incarnandolo in un extracomunitario che mostra, stretta fra le mani, una stufa accesa. Un gioco di simboli per quello che, secondo le parole di Bonito Oliva, è “una seconda Gioconda”, il più grande esempio di mistero sull’identità.
Il percorso espositivo si conclude col luminescente Infinito di Sarah Ciracì (Grottaglie – Taranto, 1972. Vive a Milano) che, grazie all’ausilio della tecnologia, crea una installazione sospesa a 10 metri d’altezza, che sembra allargare lo spazio della sala: un insieme di rimandi alle simbologie e all’esoterismo di matrice federiciana, modulata sul tema dell’ottagono.
Passato e presente, quindi, si fondono e si proiettano verso un futuro che, per la Puglia, si spera possa offrire nuove prospettive culturali. I buoni propositi non mancano, per un progetto -promosso dalla Regione con l’apporto fondamentale della Soprintendenza regionale- integrato e complesso, che prevede un planning di marketing territoriale intenso e ramificato, che spazia dalle visite guidate ai percorsi enogastronomici, dai convegni tematici ai laboratori didattici.
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ilaria oliva
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