Una riflessione sul presente, sul fare arte, sull’idea stessa di umanità. Un’arte che induce lo spettatore non solo a riflettere, ma anche ad interrogarsi, a ripercorrere la propria memoria attraverso una serie di immagini che balzano alla vista come parti di un ricordo.
Gibigiana si presenta in modo assai semplice: il palmo di una mano alzata che stringe a sé uno specchio-schermo di fotogrammi, posti in successione proprio come se corressero lungo le pareti della sala. Uno specchio che diventa quasi un viaggio nel tempo, un salto nel passato per ri-percorrere il presente. Quella di Francesco La Fosca è un’attenzione rivolta soprattutto al particolare, al singolo evento, al dolore di uno sguardo o di un gesto. Sono emozioni, attimi di forte
Non è diverso il significato del Ricettacolo , un contenitore cubico di lamiera di ferro, che riporta su un lato l’impianto scenico di Las Meninas di Velazquez. È questa l’opera che fa da “cornice” all’intero progetto, che si propone come dialogo con il passato, facendosi portavoce di una riflessione estetica ben più ampia. Proprio come nell’opera di Velazquez, realtà è sinonimo di forze opposte, di dialettica tra visibile e invisibile, presenza e assenza e perciò spazio in continua metamorfosi. Dunque l’arte, se concepita in questi termini, non può che riflettere sè medesima, poiché riflette la vita e sulla vita stessa.
v.r.
mostra visitata il 30 aprile 2005
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