Sorprende per due motivi la mostra che il MUSMA di Matera dedica a Maria Lai. Ancora una volta, nonostante la perenne e ormai fisiologica mancanza di fondi economici adeguati, il museo materano non si ferma, lotta e continua imperterrito la sua mission: riflettere attorno ai quesiti e alle modalità espressive della scultura, con uno sguardo allargato che privilegia percorsi inusuali tra Novecento e stretta attualità. E sorprende anche per la scelta delle opere dell’artista sarda scomparsa lo scorso anno, che vivono con decisa armonia negli ambienti della Sala della caccia di Palazzo Pomarici, in quella parte di Basilicata che forse ricorda un po’ la terra che ha generato il lavoro della Lai, non fosse altro che per la stretta tangenza tra luoghi e materie primigenie, tra luci e paesaggio.
Prima dei telai, dei ricami sui libri, della riflessione plurima attorno alla materia e di tutti quei percorsi delicati che ormai appartengono di diritto alla storia dell’arte, Maria Lai studia scultura in un tempio della tradizione italiana, ovvero la scuola di Arturo Martini all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dopo un’esperienza romana con Marino Mazzacurati.
Ed ecco che il progetto materano curato da Peppino Appella parte proprio dai ritratti disegnati con segni esili ma decisi, che evidenziano forme e consistenze anatomiche, ma senza trascurare quella leggerezza che sarà poi la grande forza della sua ricerca matura, fino agli ultimi anni di operatività. D’altronde è una mostra retrospettiva, realizzata in stretta collaborazione con la nipote dell’artista, che ha messo a disposizione del museo anche un folto nucleo di documenti, fotografie, lettere e cataloghi che racchiudono tutto l’arco cronologico della sua esperienza artistica.
Nella biblioteca adiacente alle sale espositive –come di consueto nei progetti curati da Appella, che è anche un filologo attento dell’arte e degli artisti – si entra in un ulteriore mondo, che ben chiarisce ideali dell’artista. E in una lettera esposta – indirizzata dalla Lai a Gabriella Belli – emerge a chiare lettere il suo approccio alle cose e quindi anche all’arte. Maria ringrazia per l’invito a un’inaugurazione al MART di Rovereto, ma lo declina con convinzione, affermando che il presenzialismo degli artisti è cosa assai dannosa. Una lezione di stile e sensibilità, da parte di chi ha vissuto a lungo volutamente in ombra, per coltivare la sua raffinata poetica di segni e materiali poveri, di linee e consistenze plastiche lievi. Anche quando i libri e i segni non sono più concepiti sui tessuti ma su blocchi di ceramica. Anche quando spazia con la fantasia optando per l’assemblaggio di materiali eterocliti, dal legno e, ancora una volta, al tessuto.
Lorenzo Madaro
mostra visitata il primo marzo 2014
Dal primo marzo al 26 giugno 2014
L’arte ci prende per mano. Cento opere al MUSMA
MUSMA
Via San Giacomo, 75100 Matera
Orari: dal martedì alla domenica ore 10 -14
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Sarà ipotizzabile una proroga dell'apertura anche per il periodo estivo ? La Sardegna merita di essere conosciuta anche per queste grandi ricchezze d'arte e spirituali. Il viaggiatore, estivo ma curioso, lo sa e le cerca.