05 novembre 2011

fino al 26.XI.2011 Donatella Spaziani Roma, Oredaria Arti Contemporanee

 
Scoprire le infinite possibilità di uno spazio racchiuso tra quattro mura, e farne il punto di partenza della propria poetica artistica, modellando tutto ciò che si trova all'interno, incluso il proprio corpo...

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La stanza è il punto di partenza, intesa come luogo di passaggio, momentaneo, asettico, spersonalizzato. Spazi circoscritti che nulla raccontano del loro passato, dove l’artista ha soggiornato durante i suoi viaggi e le sue residenze. San Pietroburgo, Parigi, New York, non fa differenza; le città restano fuori; dentro c’è solamente lei, Donatella Spaziani (Ceprano – Fr, 1970), che dello spazio raccolto tra le quattro mura ne fa un mondo proprio, intimo e personale.
In me, l’esposizione alla Galleria Oredaria di Roma, non vuole essere tanto un racconto dei numerosi viaggi dell’artista, quanto piuttosto una ricerca di un proprio posto in ogni contesto nel quale Donatella si è trovata ad operare. Nessuna stanza la appartiene, ma tutte sono plasmate con un’attenzione assoluta ai dettagli, dalle inquadrature fotografiche ai piccoli ambienti ricreati tra le arcate della galleria.
Il percorso inizia con un abbraccio, o meglio, con la rappresentazione di quella figura che risulta dall’incontro di due corpi che si avvicinano. Il contatto fisico non esiste più, resta solo una “mostruosa” silouette delicatamente disegnata dal contorno scuro ricamato sulla tela bianca.

La forma leggera del ricamo lascia brevemente il campo alla fotografia dove è l’artista stessa ad improvvisarsi soggetto dei suoi autoscatti. Finestre, specchi, luce, interagiscono con il corpo di Donatella Spaziani in un gioco autoreferenziale di reciproci rimandi tra spazio-artista-soggetto. Gli scatti americani, parigini, russi, e romani, così come le sue sagome trovano la giusta collocazione sopra stravaganti carte da parati a motivi floreali che, con ambientazioni site-specific, ricreano quelle atmosfere dell’arredo anni Sessanta, con tanto di simil chaise longue in pelle, le cui linee volutamente forzate non vogliono preoccuparsi delle regole ergonomiche.
Disegno, fotografia, ricamo, ceramica, design: l’artista si sperimenta e non può prescindere dal lavoro degli artigiani che lavorano la pelle, il legno e realizzano i ricami.
Carattere solitario, l’artista parla di sé timidamente; su sé stessa concentra la propria ricerca e dell’arte ne fa una terapia personale. Lo spazio circoscritto della stanza con gli oggetti che la compongono si espande verso un orizzonte che può nascondere un’infinità di varianti: il limite non impone delle regole, ma offre molte soluzioni differenti.

Se da un lato i piccoli ambienti dalle pareti colorate sembrano accogliere caldamente lo spettatore, dall’altro si percepisce l’atmosfera fredda e asettica delle stanze vergini di un albergo. Tutto è in ordine e nulla fuori posto; il controllo è massimo, tutto è fermo, vietato spostare.
La sola a muoversi è proprio lei, l’artista, che si nasconde dietro la sua propria sagoma di fronte all’obiettivo.

 

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claudia pettinari
mostra visitata il 28 ottobre 2011

 

dal 7 ottobre al 26 novembre 2011
Donatella Spaziani. In me.
Roma – Oredaria Arti Contemporanee.
Via Reggio Emilia 22-24
Apertura: dal martedi al sabato 10-13 e 19-19.30.
Info:
info@oredaria.it – 0697601689.
www.oredaria.it.

 

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