Dopo “Il destino delle cose” dello scorso anno, continua la ricognizione della galleria Giarina Artecontemporanea di Verona sull’arte dei decenni passati.
Questa volta l’omaggio è dedicato a Vasco Bendini (1922-2015), un omaggio che arriva a pochi mesi dalla scomparsa del pittore ultranovantenne bolognese. Novant’anni dedicati alla sperimentazione sulla materia in forma pittorica.Il percorso cronologico ricostruisce attraverso venticinque tele e un immenso olio un ritratto quasi completo dell’artista, allestito dal curatore Luigi Meneghelli a partire dagli anni Cinquanta, quando Bendini esordiva come allievo all’Accademia di Bologna di Giorgio Morandi e Virgilio Guidi. Di loro sembra continuare a circolare nelle vene di Bendini quell’attenzione alla “pelle” della pittura che i due artisti hanno sempre avuto al di là del soggetto.
La superficie della tela viene indagata con segni, più spesso quasi nuvole cromatiche che si dissipano trasformandosi in altro. “Non c’è più distinzione tra processo psichico e materia – scrive Meneghelli -. Il pensare, il sentire coincidono con l’agire. Senza però con questo scivolare in un furente e cieco automatismo, in un incontrollato intervento del caso, quanto piuttosto facendo venire a galla memorie perdute, polveri del tempo passato, dettagli rimossi.” Ne risulta un ritratto denso di coerenza nel suo svilupparsi attraverso cinque decenni e più, dove domina, come scriveva Arcangeli definendo l’atmosfera che teneva insieme il gruppo degli “ultimi naturalisti”, la capacità di trasferire in materia pittorica le sensazioni derivate dal confronto con il dato naturale.
Camilla Bertoni
mostra visitata il 20 novembre 2015
Dal 10 ottobre 2015 al 27 febbraio 2016
Vasco Bendini
La Giarina
interrato dell’Acqua Morta, 82
37129 Verona
Info: info@lagiarina.it