Catarsi di un mondo ferito nel suo spirito originario, Genesi è un progetto fotografico monumentale, che ribalta il significato della biblica visione antropocentrica della creazione, per ristabilire una coesistenza rispettosa tra uomo e natura.
Nelle 245 immagini di Sebastião Salgado, in mostra al Pan-Palazzo Arti Napoli fino al 28 gennaio 2018, sono riassunti 8 anni di viaggi e 32 paesi visitati, a partire dal 2003.
«Genesi è nato indirettamente da La mano dell’uomo e In cammino», ha sottolineato lo stesso Salgado, intervenuto in un incontro pubblico al Maschio Angioino. «In quel periodo fotografavo nel Ruanda, nei Balcani. Ero testimone di una tale quantità di violenza che mi sentivo ferito a morte nell’anima, fragile. Nello stesso periodo i miei genitori mi affidarono la fattoria dove ero cresciuto e che aveva ormai perso la sua caratteristica vegetazione. Con Lélia abbiamo deciso di ripiantare la foresta e con le piante sono tornati anche gli animali. Ricreando un contatto con la natura, sono rinato anche io e così ho deciso di raccontare il pianeta attraverso la sua bellezza originaria».
La mostra – a cura di Lélia Wanick Salgado, su progetto di Contrasto e Amazonas Images, e frutto della collaborazione di Civita Mostre con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – è dunque politica, militante e la sua portata etica ha già investito le città di Londra, Rio de Janeiro, Toronto, Roma, Milano. Genesi non è solo una mostra di fotografie, è una assunzione di responsabilità.
Il percorso espositivo è suddiviso in cinque sezioni: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Sebastião Salgado, Sud del Djanet, Algeria, 2009. © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto
I Santuari, in particolare, è forse la sezione che riassume il senso dell’intero progetto, raccogliendo le immagini delle imponenti cattedrali naturali, frutto di una millenaria sedimentazione rocciosa, di animali totemici, iguane e tartarughe, di popolazioni indigene, vestali della sacralità della terra.
Salgado è un fotografo scrupoloso nello stabilire una relazione empatica con i soggetti, riservandosi il tempo della conoscenza e immergendosi negli habitat. Così sono nati i ritratti degli Yanomami e dei Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; dei Pigmei delle foreste equatoriali nel Congo settentrionale; dei Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; delle tribù Himba del deserto della Namibia e di quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea.
L’acronizzazione delle immagini in bianco e nero genera un poderoso racconto epico della natura, in cui le direttrici di spazio e tempo si confondono: nello scatto di un attimo coesistono millenni di ere geologiche in rapporto agli uomini e alle specie animali, dando origine a un presente che supera la distanza longitudinale per avvicinare la magnificenza di un mondo incontaminato all’incoscienza dell’uomo metropolitano. Il pianeta Terra è un santuario e Sebastião Salgado ne è profeta.
Giovanna Bile
Mostra visitata il 17 ottobre
Dal 18 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018
Sebastião Salgado, Genesi
Pan-Palazzo delle Arti di Napoli
Via dei Mille, 60 – 80121 Napoli
Info: b.izzo@operalaboratori.com
Orari: dal mercoledì al lunedì, dalle 9.30 alle 19.30