Scrittura e pittura dialogano oltre il tempo della creazione, e muta il senso dell’incontro, un nuovo vasto fascino di poesia e visionarietà, colta vivacità intellettuale e preziosa ricerca coloristica. Una mostra che svela quanto solitamente vive in forma segreta, con il bisogno di proteggere, salvaguardare opere rare, libri da sfogliare con estrema cura, un legame affettivo che tende a nascondere quelle opere cercate, trovate e comprate, soldi spesi con alta competenza e trepidante passione. Rese ora visibili al pubblico.
“Ho sempre privilegiato l’aspetto estetico delle cose, senza essere un esteta” -spiega lo stesso Mingardi, insegnante e bibliotecario, in un dialogo con Sandro Parmiggiani, curatore delle attività espositive di Palazzo Magnani- “l’interesso estetico ha però convissuto con l’interesse etico e, perché no, ontologico, per così dire. I grandi artisti, infatti, parlano la lingua della verità, la verità dell’uomo…”. E così racconta come abbia osato “dare fondo a due piccole eredità familiari in vent’anni”.
Eugène Delacroix per Goethe, Gustave Doré per Balzac, Edouard Manet per Poe: le immagini illustrano, evocano, suscitano pensieri nuovi anche oltre la narrazione. Visioni buie, atmosfere anche ironiche, in continua dialettica con i testi.
L’artista non rinuncia alla sua personalità, alla sua ricerca e il lettore (che non è dunque solo tale perchè c’è il gusto della bellezza anche alla sola vista, e al tatto, coinvolti i caratteri grafici, l’impaginatura, la carta, il formato) costruisce un suo percorso, tra sensi e significati diversi. E per le famose illustrazioni di Aubrey Beardsley alla Salomè di Oscar Wilde alcune tavole -ricorda Edward Lucie-Smith- deviano profondamente dal testo, “ciononostante l’amalgama di artista e autore sembra compendiare lo spirito di un’epoca”. Fu grande, com’è noto, l’influenza di quest’opera nello stile di tutto il fin de siècle.
L’inquietudine della ricerca si riflette nelle pagine di questi libri, che lasciano spesso trapelare l’ansia della sperimentazione, il gusto di mettere in gioco competenze, abilità, nel confronto con gli artisti della parola: ed è proprio la sequenza, il percorso completo, a segnare la differenza, itinerari di visioni, rispetto al lavoro abituale su singolo foglio o tela. E c’è anche un’interessante notizia: dal 24 al 27 novembre 2005 Palazzo Magnani ospiterà la prima fiera dell’opera grafica e del libro d’artista con un omaggio dedicato, ogni anno, a un grande editore, stampatore o autore di opere grafiche.
valeria ottolenghi
mostra visitata il 15 marzo 2005
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