È assolutamente personale, individuale forse più dei lavori che lo hanno preceduto, l’ultimo progetto di Walter Picardi (Napoli, 1978), in mostra presso la Galleria PrimoPiano, a cura di Anita Pepe e Antonio Maiorino Marrazzo. Sei anni dopo la sua ultima personale, l’artista napoletano torna a esporre nella sua città, proponendo un’accorata opera di narrazione. Si colgono dei trascorsi, come in un incontro fortuito tra due che un tempo si amavano, si afferra un passato che ancora si intromette e che Picardi intercetta, mettendo ordine come fa un buon costruttore. Quindi, “Your heaven, my hell” è, prima di tutto, un lavoro di riordino, attraverso cui l’artista pone letteralmente le mani sopra le cose che hanno fatto parte della sua vita, le basilari tessere di una costruzione, che si sono sommate fino a diventare un peso dentro la sua saccoccia. Dunque, le suggestioni di cui Picardi si serve, per una mostra tutto sommato essenziale, sembrano tratte da una sorta di personale diario, frutto di un’annotazione che l’artista ha tenuto nel tempo, segnando le fasi del proprio andare per il mondo. Un andare probabilmente claudicante, non per il passo ma per l’andare stesso che, in sé, resta violento e radicale.
Brutalmente, Picardi utilizza i caratteri della nota scritta sulle entrate di molti campi di concentramento, realizzando una grande installazione in ferro battuto, Willkommen, servendosi di un font nazista per sottolineare il gretto e duro benvenuto che, talvolta, le società sanno dare a coloro che chiedono il permesso di entrare. Questa critica – mossa da una consapevolezza intima e cresciuta nel tempo fino a farsi espellere – sebbene risulti ficcante e palese, nonché straordinariamente in linea con i tempi, tuttavia sembra ridotta, in qualche modo ingenuamente, all’idea di una partenza e di un approdo verso un posto migliore. I parametri su cui tale riflessione si fonda, l’idea di una partenza che possa modificare l’assetto di quel castello di carta, mutando radicalmente la vita di un uomo come un balzo in avanti, sono al momento totalmente irrealistici. Così come la ricerca di un benessere che sia posto, come un tesoro, da qualche parte, in una terra lontana. E la scritta che si staglia nella galleria, pensata precisamente per lo spazio di PrimoPiano, è anch’essa profondamente novecentesca, come l’idea che di fatto sostiene.
La personale è conclusa da un’azione performativa, che ne rappresenta il momento più toccante, riguardando le circostanze più intime dell’artista, il suo essere padre. In questo caso, l’esperienza di Picardi è più carnale ed empatica e l’artista mette in scena tutte le proprie ansie di genitore, nel tentativo di fare ordine, di costruire, come si diceva, un solido castello, avendo sopra di sé tutto il suo amore nella figura di una bambina.
Elvira Buonocore
mostra visitata l’8 Aprile 2016
Dall’8 aprile al 28 aprile 2016
Walter Picardi, Your Heaven, My Hell
Galleria PrimoPiano
Via Foria 118 – 80137, Napoli
Orari: martedì, mercoledì, giovedì, dalle 16 alle 20