L’obiettivo della mostra? Presentare una vasta raccolta dei lavori di Pio Semeghini (Quistello, Mantova, 1878 – Verona, 1964), alcuni addirittura inediti, per illustrarne il sentimento e la tecnica, ponendole in relazione con gli altri maestri del chiarismo, con cui condivideva temi e soggetti, nonché affinità di sentire. I chiaristi si distinguono dalle varie correnti artistiche novecentesche per il rifiuto della grandiosità e per la ricerca di uno schiarimento delle tinte, da cui appunto deriva il nome. La leggerezza delle sfumature e delle figure conferisce potere evocativo alle immagini. I soggetti preferiti sono i paesaggi naturali tipici della Lombardia, ricchi di vegetazione, come le colline mantovane o le rive del Garda, con il verde dei cespugli e degli alberi e l’azzurro del lago e dei ruscelli, come ad esempio nelle opere di Umberto Lilloni (Milano,1898-1980); oppure ritratti e nudi femminili di innegabile bellezza, come nelle tele di Giuseppe Faciotto.
I pittori si conoscevano tra loro ed erano legati da profonda stima e amicizia. Lo splendido ritratto di donna di Oreste Marini (Castelgoffredo, Mantova, 1909 – Castiglione dello Stiviere, 1997) rappresenta la pittrice Maddalena (Nene) Nodali (Castelgoffredo, Mantova, 1915 – Roma 2004) che presta a fargli da modella. Uno stesso soggetto, La Zingara, è dipinto nel 1934 sia da Marini che da Angelo Del Bon (Milano, 1898-1952): il primo con un maggior dinamismo e vigore, il secondo in un modo più statico ma leggiadro, sempre utilizzando gli stessi colori e una posa quasi identica.
Semeghini sostiene un’impostazione più classica e si scaglia decisamente contro il movimento novecentista, firmando nel 1934 un manifesto di opposizione. Nel 1930 era diventato Professore di figura e copia dal vero di animali presso la neonata Scuola di Belle Arti della Villa Reale di Monza (I.S.I.A), dove ebbe modo di stringere stretti legami con altri pittori chiaristi, formando alcuni allievi di grande talento. I suoi disegni dedicati ai Lottatori (1932), costituiscono il pezzo forte della mostra, insieme alla splendida poesia-omaggio che il poeta Diego Valeri gli dedica, in segno di amicizia. I versi ricordano le splendide tele di Semeghini raffiguranti la città di Burano, la sua gente, i suoi scorci e i suoi caffè. Gli acquerelli rappresentano perfettamente l’atmosfera lagunare, tipica delle città del lombardo-veneto, con la nebbiolina che aleggia leggera sull’acqua, confondendosi con essa e mescolando le tinte e le cose, in un indistinto poetico e vago. I ritratti di donna possiedono uno sguardo assorto e tranquillo, che trasmette una sensazione di quiete e armonia. I quadri dedicati ai Balocchi riportano alla dimensione dell’infanzia, all’interno di una produzione artistica che a volte appare di una naiveté voluta e ricercata. La mostra è l’occasione di conoscere a fondo un artista ancora poco studiato e permette al pubblico di approfondire un pittore finora apprezzato soprattutto dagli esperti.
vera agosti
mostra visitata il 12 marzo 2006
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