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Fino al 28.VIII.2011 ZimmerFrei- campo largo MAMbo Bologna
altrecittà
Apre la personale di ZimmerFrei a cura di Stefano Chiodi. In mostra opere create appositamente per il museo in cui si chiede una partecipazione mentale del visitatore immaginando l’invisibile. Un campo largo che, paradossalmente, esiste grazie alla sua assenza…
“Le stanze sono libere” annuncia un’insegna luminosa collocata sotto al portico del MAMbo. Con queste parole non solo si allude al nome del collettivo ZimmerFrei (Anna Rispoli, Anna de Manincor, Massimo Carozzi, 2000), ma anche al titolo dell’opera che apre il percorso della personale inaugurata giovedì 26 maggio al Museo d’Arte Moderna di Bologna. Accanto alla scritta, uno spioncino ci invita a guardare uno spazio interno vuoto: forse una piccola bugia, dato che il museo ospita ben quindici opere che mescolano fotografia, video e installazione. Poi è la volta di Panorami, una serie di video ideata nel 2004 per registrare le dinamiche di alcune piazze del mondo grazie ad una telecamera che ruota su sé stessa a 360° in un’ora. Il progetto nasce con l’intenzione di rappresentare lo spettacolo offerto dal paesaggio urbano, composto dai movimenti dei passanti e dalle variazioni luminose e metereologiche. Accanto a queste azioni spontanee, artisti e attori eseguono performances minimali con molta lentezza per permettere alla telecamera di filmare, proprio perché ciò che interessa a ZimmerFrei è la visualizzazione di una dimensione temporale artificiale parallela al tempo ordinario.
Invece, nella sala centrale del museo si trova Radura, un’enorme rete sospesa in aria con dei riflettori che ne proiettano l’ombra a terra. In questo modo viene delineata una nuova concezione di spazio e tracciato un territorio segreto che rappresenta il punto di inizio e di fine della mostra: da qui si parte per ispezionare gli altri ambienti e qui si finisce allacciando pensieri e sensazioni. Con What we do is secret sbirciamo in una scatola magica che svela un micro mondo in cui la quarta dimensione, ovvero il tempo, è restituito da una colonna sonora che ci accompagna durante la visione dell’apparecchio stereoscopico. Frammenti di vita, sentimenti amorosi e patetici sono mescolati invece in Stop Kidding, un’installazione realizzata nel 2002 nel centro sociale TPO ex-Euraquarium di Bologna. Sul tavolo un video in cui quaranta persone ripetono la frase “Io non farò figli per questo paese”, una promessa o minaccia rivolta all’Italia che l’anno precedente aveva preferito la destra di Silvio Berlusconi alle elezioni amministrative. Qualche mese più tardi alcune parti del video saranno trasmesse nel corso della trasmissione Blob su Raitre e successivamente sarà proiettato durante la 50ima Biennale di Venezia, anche se per ‘Biennale’ la de Manincor ha “sempre avuto in mente l’altra, quella del Lido, la Biennale Cinema”. E’ infatti il cinema una delle grandi passioni che da sempre unisce i tre componenti del gruppo e non a caso i riferimenti (dichiarati esplicitamente o meno) sono assai frequenti nelle loro opere. L’intercettazione telefonica emessa da un registratore a bobine dalla quale l’altra installazione Senza TitoloUntitled (di un dio minore) prende le mosse, potrebbe sicuramente essere parte integrante di un film spy. Tuttavia, anche in questo caso si vuole mettere l’accento sulla teatralità del dialogo tra gli interlocutori, nonostante i due non se ne fossero neanche accorti ; si vuole cogliere il lato surreale della conversazione, come se la fiction invadesse la realtà.
Gli ZimmerFrei sono affascinati dal ruolo e dalle emozioni dei due personaggi, ma ciò che gli sta più a cuore è la denuncia dell’eccessiva determinazione della generazione più anziana che, per non perdere il potere, ostacola e non consente ai giovani di emergere. Poi ancora il video di 40 minuti LKN Confidential in cui l’obiettivo della telecamera entra ed esce dai negozi ed esercizi pubblici di rue de Laeken a Bruxelles per tentare di rispondere ad alcuni interrogativi: cosa c’è dietro il bancone? cosa succederà dopo? cosa rimane del lavoro? e della vita? Insomma, si tratta di una sorta di indagine filosofica anche sul senso della morte partendo dal reale, ma senza la pretesa di raccontare una realtà vera perché “l’unica realtà che possiamo mostrare è quella che passa per il nostro sguardo”. A seguire un altro video realizzato tra il 2008 ed il 2011 intitolato Locations che vuole dimostrare la positività dell’esilio volontario inteso come rinascita ed epifania. Il percorso prosegue con due lavori fotografici: Tomorrow is the question raffigura una famiglia dai tratti grotteschi della comunità ebraica Chabad-Lubavitch sullo sfondo di un vecchio Luna Park a Coney Island (a sud di New York), mentre ne I giorni del cane, ambientato nell’estrema periferia di Roma, pecore e pastori diventano depositari di un tempo antichissimo e moderno insieme. Gli stessi soggetti sono i protagonisti di Fino all’orlo colmi di figure, due stampe collocate su carrelli per dare vita ad una cartellonistica ambulante in viaggio verso una destinazione ignota.
manuela valentini
mostra visitata il 27 maggio 2011
dal 27 maggio al 28 agosto 2011
zimmerfrei
campo | largo
Curatore: Stefano Chiodi
Sede espositiva: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 – Bologna
Orari: martedì, mercoledì e venerdì 12.00 – 18.00
giovedì 12.00 – 22.00
sabato, domenica e festivi 12.00 – 20.00
Ingresso: Intero 6 €; ridotto 4 €
Informazioni: tel. 051 6496611 – fax 051 6496600
info@mambo-bologna.org
www.mambo-bologna.org
Visite guidate per i gruppi la prenotazione è obbligatoria
Dipartimento educativo tel. 051 6496652 – 611
mamboedu@comune.bologna.it
Gruppi (massimo 30 persone): € 80
Visite in lingua: € 100
Scuole: € 50
Catalogo: Edizioni MAMbo
Press: ufficiostampamambo@comune.bologna.it
tel. 051 6496653 – 608
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