La mostra filtra il background del periodo della residenza di Andrea Büttner (Stoccarda, 1972) in Italia, immagazzinando la pittura del primo Rinascimento, gli affreschi di Giotto , il contatto con alcune comunità monastiche e con le opere della Collezione Maramotti: da Fontana, ai lavori il cui uso di materiali poveri prefigurano il movimento della Arte Povera – in particolare Sacco a Rosso di Alberto Burri, Superficie nera n.2 di Enrico Castellani e Achome di Piero Manzoni. Segue un attento studio dei soggetti religiosi, dei simboli nei quali vengono realizzate le figure sacre. Table, nasce anche da un attento studio dell’opera di Mario Merz La frutta siamo noi, anche essa parte della Collezione Maramotti: un tavolo sul quale è posizionata una varietà di frutta e verdura fresca che deve essere sostituita regolarmente; secondo l’ artista “nella tradizione di parte dell’ Europa centrale , i tavoli sono quasi sempre collocati alle entrate delle chiese . Su questi ultimi si trovano informazioni importanti per la comunità ecclesiale . La loro funzione sociale , per me, è molto importante ; coincide con la sua funzione espositiva” . Un’altra figura centrale della sua installazione è un tavolo coperto di tessuto sotto vetro, nel quale sono incastonate immagini del Pranzo di Natale in Santa Maria di Trastevere: una chiesa espressione dello sfarzo secolare stratificato , costruita durante la vita di San Francesco e diventata rifugio dei senzatetto. The Poverty of Riches riesce ad evocare un aspetto contemporaneo, ed allo stesso tempo secolare, all’ iconografia storica cristiana: con i suoi riti quotidiani, le umili comunità che vivevano a stretto contatto con la preghiera e la natura.
Lo spazio espositivo, presenta un’ atmosfera contemplativa: scarna, simbolica, dedicata interamente alla devozione, simile a una chiesa. La ricchezza della povertà seduce con un estrema semplicità, rimandandoci ad elementi francescani , ad una vita “essenziale” raccontata utilizzando materiali carichi di simbolismo: dalla performatività del tessuto utilizzato che rimanda alla tela grezza di sacco di Burri, alle panche, alle uniformi degli impiegati del settore pubblico con i quali ha realizzato i dipinti monocromatici. La povertà abbraccia ogni elemento scelto: sia estetico che spirituale. Un intreccio monotematico nel quale si ramificano le visioni del mondo dell’ arte con quella della vita religiosa . Tutto è caduco, a trionfare è un’arte che si oppone all’opulenza del facile , all’ostentato dirompente dictat dei mass media , dello stile e del significato e del mercato dell’ arte.
camilla boemio
mostra visitata il 13 novembre 2011
dal 13 novembre 2011 al 29 aprile 2012
Max Mara Art Prize for Women
Andrea Büttner: The Poverty of Riches
in collaborazione con la Whitechapel Gallery di Londra
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66 – Reggio Emilia
info: Tel. 0522 382484 – info@collezionemaramotti.org – www.collezionemaramotti.org
[exibart]
@https://twitter.com/camillaboemioScrittrice d'arte, curatrice e teorica la cui pratica indaga l'estetica contemporanea; nel 2013 è stata curatrice associata di Portable Nation, il padiglione delle Maldive alla 55.° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, dal titolo Il Palazzo Enciclopedico; nel 2016 è stata curatrice di Diminished Capacity, il primo padiglione della Nigeria alla XV Mostra Internazionale di Architettura, con il titolo Reporting from the Front; nello stesso anno ha partecipato a The Social (4th International Association for Visual Culture Biennial Conference) alla Boston University. Nel 2017, ha curato Delivering Obsolescence: Art Bank, Data Bank, Food Bank, un Progetto Speciale della 5th Odessa Biennale of Contemporary Art. E’ membro della AICA (International Association of Arts Critics). Boemio ha scritto e curato libri; ha contribuito con saggi e recensioni a varie pubblicazioni internazionali, scrive regolarmente per le riviste specializzate, e i siti web; ha tenuto parte a simposi, dibattiti e conferenze in musei e festival internazionali.