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Fino al 29.VII.2013 | Vittore Fossati, Belle Arti | Alessandria, Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea

di - 30 Maggio 2013
Come un divertissement, di quelli a cui non si può certo resistere se sei fotografo e ti trovi nello studio di un pittore, peraltro tuo amico. È più o meno questo spirito che lega Vittore Fossati (Alessandria, 1954) agli scatti della serie “Belle Arti”, nei quali la natura “singolare e plurima” di un atelier ricolmo di oggetti narranti si rivela condizione ideale per allestire la realtà secondo teatrini simbolici e interessanti giochi prospettici.

Riunite sotto un titolo che cita l’accademismo puro più di quanto lo pratichi nei fatti, le immagini di Fossati sono singoli nuclei che presentano ognuno una specifica sintassi visiva, piccoli cosmi apparentati dalla perfetta struttura circolare ottenuta con l’escamotage di una mascherina posta davanti all’obbiettivo. Tuttavia la geometria piana è spesso limitante e poco adatta ai propri bisogni, sicché Fossati ha ben pensato di virare dal cerchio verso una sfericità trompe l’oeil, giocandosi il tutto per tutto della tridimensionalità con una porzione di bordo nero lasciata al di fuori del passepartout che nasconde la parte in ombra della foto (non va dimenticato infatti che utilizzando una maschera gli scatti risultano comunque rettangolari). Trucco ottico semplice e riuscito, che in più ha il gusto piacevole della post-produzione ante digitalizzazione spinta.
“Belle Arti”, in questo caso un abbinamento lessicale dal potere mistificatorio, ma che è anche il nome di un’essenza di trementina, un titolo e una garanzia, nonché «le uniche parole che compaiono in tutta la serie» come afferma lo stesso Fossati. Due parole che diventano fuorvianti nel momento in cui gli scatti cominciano a presentare l’arte in formulazione antiaccademica e antirigorosa, anche un po’ volutamente tangenziale nelle tracce di colore che sporcano un tavolo o lo schienale di una sedia, accidenti che fanno subito atmosfera pittorica. Non a caso l’imprecisione “sporca” è una costante, la “chicca” inserita nel bel mezzo di quell’accortezza per i dettagli di cui le immagini di Fossati presentano un uso patologico; e il suo incontro con la perfezione del cerchio (o sfera trompe l’oeil) sublima la retorica di un panneggio ricco di pieghe e imbrattato di terra, dove giocare con forme e colori equivale ad immortalare insieme, ma su piani diversi, la naturalezza di un pomodoro rosso e l’artificialità di una pallina blu.
Hanno un peso specifico anche le griglie geometrico-domestiche di alcuni tovagliati, sembrano trovare sfogo aulico nei reticoli tracciati ricordando studi prospettici rinascimentali, vivificati dalla presenza di appassionate cancellature che spalleggiano la percezione di un’energia dinamica sottesa in gran parte degli scatti. Energia diventata puro magnetismo nella suggestione dei Tableaux Pièges di Spoerri, in un tripudio di oggetti misti e apparentemente incoerenti che catturano tra le insenature del loro disordine quasi manierato. Ma dove il cachi vero affiancato a quello dipinto è un’apoteosi formale e teorica priva di fronzoli.
Andrea Rossetti
mostra visitata il 18 maggio 2013
dal 18 maggio al 29 luglio 2013
Vittore Fossati – Belle Arti
a cura di Sabrina Raffaghello
Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea
Via Treviso 17 – (15100) Alessandria
Orari: da martedì a venerdì, ore 10 – 13; 16 – 19, sabato su appuntamento

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