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25
gennaio 2019
Fino al 3.III.2019 Terre in movimento Chiesa di San Gregorio Illuminatore, Ancona
altrecittà
di Milena Becci
La chiesa di San Gregorio Illuminatore, già San Bartolomeo, è stata riconsegnata dopo decenni alla città di Ancona in occasione di una mostra che ha voluto, attraverso il lavoro di tre artisti, restituire uno sguardo personale su quei territori delle Marche colpiti tra agosto e ottobre 2016 dal sisma. La riapertura di uno spazio dedicato al culto, che nel tempo ha avuto varie destinazioni d’uso fino ad esser poi rimasto chiuso per ben quarantasei anni a seguito del terremoto del 1972, ha viaggiato in parallelo con la presentazione dei tre progetti di Olivo Barbieri, Paola De Pietri e Petra Noordkamp, promossi dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche in collaborazione con Fondazione MAXXI e Associazione Demanio Marittimo.km-278. Terre in movimento è lettura tramite il processo artistico di luoghi, in passato prosperi e vivi, che hanno subìto distruzioni e perdite a seguito delle scosse telluriche, con inevitabili conseguenze sul paesaggio e sulle vite dei suoi abitanti. Un’opera ambiziosa e lodevole che invita tre artisti a produrre e mostrare lavori inediti che nascono cronologicamente a seguito dello spostamento in altri luoghi temporanei di una parte del ricco patrimonio marchigiano da musei, chiese e palazzi colpiti dal terremoto, per un salvataggio che porta certamente a ripensare il ruolo della cultura. Metamorfosi, trasformazione, mutamento radicale che conduce alla ricerca di un nuovo equilibrio a seguito del movimento che sembra non terminare mai, fisso negli sguardi delle persone e nella tangibilità delle rovine che per troppo tempo rimangono ferme pur ricordando lo spostamento.
Il mio ingresso all’interno della chiesa, che nel 1847 fu acquistata dalle monache benedettine armene, è stato in punta di piedi. Una serie di accurati lavori di restauro hanno permesso la sua riapertura dopo anni ma l’odore del cantiere aleggia ancora nell’aria e i moderni allestimenti – pannelli specchianti divisori delle varie aree – riconducono al presente. Un presente questo che vuole dare inizio ad una ricerca artistica che sia risarcimento per il territorio duramente colpito e che ridoni uno splendore che si avvicini a quello che è stato vissuto nel lontano Medioevo e nel Rinascimento. Rivedersi camminare all’interno di questo edificio e mirare il riflesso di chi con te cammina, attiva un ragionamento su ciò che è stato e su ciò che potrà essere, crea consapevolezza e volontà di costruzione e scoperta, con la curiosità definitivamente stimolata dall’entrata negli spazi dedicati ad ogni artista. Perdersi nel labirinto delimitato dalle pareti a specchio è momento di pensiero per poi addentrarsi a contemplare ogni opera. Fotografia e video i linguaggi utilizzati per risvegliare l’anima dei visitatori e per relazionarsi con il paesaggio marchigiano e i suoi cittadini, feriti e in preghiera di rinascita.
Terre in movimento, vista della mostra
Il primo che ho incontrato è stato Olivo Barbieri. Tre le dimensioni attraverso le quali il fotografo modenese ha indagato il territorio, presentando un progetto composto da due parti: site specific_MARCHE 17 (earthquake), lavoro iniziato nel 2003 in cui ha fotografato più di cinquanta megalopoli nel mondo dall’elicottero, e Marche Terremoto 2017 2018, una serie di immagini scattate da terra e all’interno dei luoghi in cui son state preservate le opere d’arte spostate dalle strutture danneggiate dal sisma. Senza queste tre modalità di visione, dall’alto alla modalità frontale, è impossibile, secondo Barbieri, percepire totalmente quali siano gli effetti della catastrofe.
Dai luoghi alle persone: Paola De Pietri rivela il cambio di una condizione avvenuta Improvvisamente, titolo del suo progetto, interessata al cambiamento di stato che sottolinea in molti dei suoi lavori. Diciotto i paesaggi trasformati dal terremoto e gli oggetti sepolti sotto le macerie e dodici i ritratti in bianco e nero suddivisi nei quattro spazi in cui sono allestite le opere, come fossero stanze di un’abitazione. Ci parla di un’intimità che viene persa, esposta violentemente agli atri, visibile a tutti; le case appaiono chiare, ricoperte dalla polvere, e i visi delle persone, fotografate di giorno con l’uso del flash, emergono dallo sfondo più buio con la speranza metaforicamente disegnata sul volto. Ci sono tracce di riappropriazione di un nuovo modo di vivere, volontà di ricominciare e l’ordine dentro al disordine dei magazzini con gli oggetti ritrovati.
L’ultima che chiude il mio percorso di visita e si svela attraverso un diverso medium rispetto agli altri è Petra Noordkamp: Fragile Handle with care è il video dell’artista olandese che visita le Marche a seguito del sisma e racconta di sentirsi come un’intrusa, riflettendo sul suo destino e rivelando la sua difficoltà ad entrare nella zona rossa delle città colpite. Ha vissuto in questi luoghi per un tempo più lungo rispetto agli altri e ha catturato tristezza ed abbandono. L’attenzione è sui particolari, sugli interni: gli oggetti personali sono abbandonati forzatamente in una combinazione di immagini in sequenza. Tutto è aperto a chiunque, l’approccio è scioccante. Silenzioso e lento il video cattura e svela tutto ciò che può succedere in pochissimi istanti, inaspettatamente, ciò che nel suo paese, l’Olanda, non accade.
Esco dalla chiesa dopo essermi imbattuta nei tre artisti e nelle loro opere ma soprattutto dopo aver incontrato tre persone che hanno a loro volta vissuto un ambiente e i suoi abitanti trattandoli con cura. Terre in movimento è un progetto sul senso di comunità, dichiara Cristiana Colli ̶ ideatrice con Pippo Ciorra di Demanio Marittimo.km-278 ̶ e l’arte nella comunità trova una delle sue ragioni d’essere.
Milena Becci
mostra visitata il 14 dicembre 2018
Dal 14 dicembre 2018 al 3 marzo 2019
Olivo Barbieri, Paola De Pietri e Petra Noordkamp
TERRE IN MOVIMENTO
Chiesa di San Gregorio Illuminatore, Ancona
Orari: martedì – venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 11-19