La manifestazione, ideata da Filippo Tommaso Marinetti contemporaneamente alla rivista La Terra dei Vivi nel 1933, si affermò nel 1949 come Premio Nazionale di Pittura costituendo un appuntamento artistico nazionale di grande rilievo, all’interno del dibattito che contrapponeva correnti astrattiste e correnti realiste.
L’importanza dell’evento è testimoniata sia dai nomi che formarono le commissioni giudicatrici, da Giulio Carlo Argan a Roberto Longhi, sia dagli artisti che vi parteciparono, come Renato Guttuso (1952 e 1963), Felice Casorati (1954 – 1955), Mino Maccari (1954 – 1956) ed Emilio Vedova (1953), le cui opere, insieme a quelle internazionali della Donazione Cozzani, costituiranno il fondo del Museo di Arte Contemporanea della Spezia, che verrà inaugurato nel 2001.
Promossa dal Comune, dalla Camera di Commercio, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di La Spezia e patrocinata dalla Regione Liguria e dalla Commissione Europea, il Premio del Golfo è una delle iniziative con cui si sta attuando progetto di rivalorizzazione e rilancio della città, volta a divenire un punto di riferimento per le arti visive a livello europeo.
Gli artisti selezionati sono stati segnalati dai direttori di 12 musei europei, tra cui Lorand Hegy del Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, Terry Brougher del Museum of Modern Art di Oxford e Rudi Fuchs dello Stedelijk Museum of Modern Art di Amsterdam; mentre la giuria giudicatrice, composta da Michelangelo Pistoletto, dal collezionista Corrado Levi, dallo storico dell’arte Giacinto di Pietrantonio, dal critico francese Denys Zakaropoulos e dal prof. Giorgio Cozzani per la Donazione Cozzani della Spezia, ha assegnato sette premi acquisto del valore totale di 150 milioni.
E se, come sostiene il curatore Pier Giovanni Castagnoli, il premio decreta “il successo dell’opera di un autore e che ne consacra la qualità segnalandola alla più vasta attenzione del pubblico”, si può affermare che, considerando l’età dei partecipanti (quasi tutti sotto i 35 anni), questo del Golfo di La Spezia costituisce un buon riconoscimento.
Uno dei vincitori è l’italiano Cristiano Pintaldi, selezionato, con Simona Frillici, Andrea Chiesi e Stefano Bonacci, da Bruno Corà del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e da Danilo Eccher, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Gli altri sei premi sono stati assegnati a Ian Davenport per Poured painting: magenta, orange, magenta (1999) e a Jason Martin per Jerusalem (2000) entrambi provenienti dalla Gran Bretagna; a Tina Gillen (Belgio) per Parc (2000); a Three trees di Julia Jansen proveniente dalla Germania; ad Avery Preesman per Stakestel (2000) ed infine a Maja Vukoje per Senza titolo (1999).
Il progetto dell’allestimento, dell’architetto Paolo Casella, si articola all’interno della sala espositiva in un percorso perimetrale, essenziale e adeguato anche nella scelta cromatica, che racchiude al centro dieci “stanze” aperte in cui ciascun artista espone tre opere, tra le quali spiccano gli acrilici su tela di Franziska Hufnagel, dagli xilografici contrasti di luce e ombra; i suggestivi effetti luminosi che si propagano attraverso gli ondulati percorsi della materia oleosa su fibra di vetro e alluminio delle opere di Jason Martin; e ancora l’imponente presenza di Venice Painting e della Staketsel Wall Sculpture in acciaio e calcestruzzo di Avery Preesman; per arrivare all’inquietante bambola di Maja Vukoje.
All’esterno della sala espositiva sono state collocate due strutture esagonali che ospitano un bar – ristorante e un bookshop e merchandising rivestito dalle riproduzioni fotografiche delle precedenti edizioni del Premio e dalle copie di alcune pagine della rivista La Terra dei Vivi.
Senza dubbio la vivacità del dibattito artistico-culturale e l’organicità dell’intera struttura hanno risentito della
mancanza di una sala virtuale e della sala conferenze, inserite originariamente nel progetto.
Tra gli eventi organizzati e complementari al Gran Premio del Golfo 2000, segnaliamo: Premio del Golfo 1949-1965. Sedici anni di pittura e di critica in Italia , una mostra storica a cura di Marzia Ratti, storico dell’arte e direttore dei Musei spezzini; Da Biennale a Biennale, in cui 17 artisti spezzini raccontano, attraverso la loro produzione artistica fra gli anni Sessanta e Settanta, le immagini del periodo che intercorre tra le due edizioni storiche del Premio e la Passeggiata della Scultura, in cui 20 sculture di 10 artisti sono state installate tra p.za Verdi e p.za Mentana
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C'era un ragazzo alla mostra che piaceva da matti ad una mia amica; lui però non l'ha degnata di uno sguardo!!! Ogni lasciataè persa!
una bella iniziativa che rilancia Spezia, ma con ancora troppi vincoli per essere una Biennale d'arte vera e propria.