Premessa: senza l’energia, l’entusiasmo, l’impegno e quel pizzico di visionarietà che non guasta di Franco Marinotti, agitatore culturale e iperattivo direttore artistico di “Foreigness”, un neologismo italiano che indica un’indefinibile concetto di “Estericità” , nome scelto per questo complesso progetto curatoriale multidisciplinare biennale, ideato come un “festival delle arti” per valorizzare il territorio, non ci sarebbe!
Attenzione, a dove si è inaugurato questo nuovo laboratorio -trasmediale, perché il contenitore è già di per sé un monumento di archeologia industriale, di grande fascino. Si tratta di un ex fabbrica di cioccolato dei primi anni del Novecento, a Stabili Cima Norma, luogo ameno alle pendici delle Alpi ticinesi presso Torre-Danigio nella Valle di Blenio (Canton Ticino, Svizzera), incastonato nel verde, dove ti aspetti di vedere comparire Haidi con il gregge di pecorelle da un momento all’altro. Obiettivi proposti dal curatore sono l’interazione incentivare l’arte, nelle sue diverse forme espressive e la promozione del patrimonio culturale, sociale e politico in divenire. Marinotti immagina l’arte come uno strumento sociale, un bene pubblico a servizio della società e in questo laboratorio permanente permeato di storia, memoria e identità, la condivisione e la sperimentazione artistica mira al dialogo con i cittadini del luogo, nel rispetto dell’ambiente circostante. L’installazione site specific dal titolo Paper Building ideata da Daniel Gonzales (1963) ha inaugurato l’attività espositiva e culturale della nuova fondazione. Lo vedrete, Impressiona trovare la facciata della maestosa fabbrica impacchettata (come una stecca di cioccolato) con carta bianca da manifesti da esterno dall’artista argentino. Gonzales, che a Milano nel 2015 ha realizzato Pop-Up Building Milan, un’installazione pensata per Marselleria permanent exibithion, in cui l’intero edificio è stato completamente trasformato in una architettura effimera in cartone tagliato a mano, ispirata a libri pop-up in formato gigante per i bambini di tutte le età. Per l’artista argentino, noto per interventi pubblici su larga scala, il rapporto tra arte e architettura e l’ambiente è una necessità sperimentale e poetica, ma per questa ex fabbrica ha superato le attese. Se siete curiosi, andate qui e scoprirete che nel celare l’architettura, attraverso spaccature della carta applicate sulle finestre e sulle porte, l’intenzione è quella di azzerare la storia dell’edificio per focalizzarsi su una emozionalità più intima dell’edificio industriale, quasi da spiare tra un pertugio e l’altro. Gonzales si è ispirato all’opera Passing Through (1956) di Saburo Murakami, tra i protagonisti del Gruppo Gutai, invitando gli abitanti del luogo a strappare la carta davanti alle finestre e porte della fabbrica, con l’obiettivo di riconsegnare ai cittadini la sua funzione pubblica, sociale e attraverso l’intervento artistico anche effimera e barocca dell’architettura (la mostra dura fino al 30 settembre).
Nell’enorme salone al primo terra, il giorno del vernissage (21 maggio ) si è svolta Emergency Disco Gang Swiss: un’assordante perfomance di ambulanza, autovettura di servizio, macchinari agricoli, con autoradio sintonizzate su una radio ticinese, durata 30 minuti, con effetto discoteca flash mob condivisa via radio dal pubblico vicino e lontano, che sarebbe piaciuta a Philippe Parreno.
Al primo piano, preparatevi perché si entra in un altro mondo, prendete il vostro tempo, e intraprenderete comodamente seduti su una poltrona vintage scorrevole su un binario un viaggio nell’immaginario fantastico, che sarebbe piaciuto a Pippi Calzelunghe. Si tratta dell’installazione ambientale di grandi dimensioni dal titolo Kamchakta’16, di Anna Galtarossa (1975), artista di Verona nota per la sua fantasmagorica messa in scena che metterebbe in crisi Gustav Jung, dall’immaginario onirico-delirante in bilico tra sogno e realtà e forse incubo. Tutto dipende dalla vostra sensibilità. Kamchatka 16 è una penisola situata all’estremo oriente della Siberia, caratterizzata da una intensa attività vulcanica, luogo incantevole dove fiorisce una vegetazione lussureggiante e abitata da animali improbabili. Questo luogo misterioso nel medioevo era per gli europei il paese dei Tartari, messo in scena dalla visionaria artista veronese nella sperduta Blenio, terra dove tutto può accadere (la mostra termina il 1 agosto). Nel 2005 in Viafarini a Milano, è stata allestita una versione della stessa opera su scala diversa, come un viaggio in un mondo libero alla ricerca dell’innocenza perduta, ma qui dentro l’ex fabbrica del cioccolato, vi renderete conto facendo il percorso che la sorpresa siete voi, perché all’uscita se avete colto il senso dell’opera, sarete predisposti a cambiare il vostro punto di vista come passaggio necessario di crescita per una società più responsabile, consapevole e più incline ad accettare anche imprevisti : componenti della vita, contro paure sterili delle diversità. Cosa hanno in comune Galtarossa e Gonzales abituati a condividere progetti comuni oltre a una dose inebriante di visionarietà? Impegno sociale all’insegna della leggerezza, arte relazionale partecipativa e azioni non pensate sul ma per il luogo in cui gli artisti agiscono, e qui in Caton Ticino, terra di mezzo, la vocazione costruttiva maschile si vede nell’intervento esterno , mentre quella femminile , più intima, immaginifica e domestica si manifesta nelle sue complessità all’interno dell’edificio, dove la dicotomia tra natura e artificio, realtà e finzione , soggetto e oggetto è più labile, giocoso e fiabesco.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 21 maggio
Dal 21 maggio al 1 agosto 2016
Anna Galtarossa
Dal 21 maggio al 30 settembre 2016
Daniel Gonzales
Fondazione La Fabbrica del Cioccolato
Stabili Cima Norma – Strada vecchia 100
CH-6717 Torre-Blenio
Inof: info@lafabbricadelcioccolato.ch www.lafabbricadelcioccolato.ch