Re Figured è il titolo della mostra dello scultore canadese Evan Penny. Letteralmente Raffigurazione, o anche, Realismo dell’Inganno, raccontato da oltre una quarantina di opere. Molte sculture in resina, bronzo e silicone, insieme a stampe fotografiche. In una messa in scena del reale che diventa distorsione, allungamento, apparenza, compressione, illusione e immagine: processi creati dall’occhio e dalla mente, ma anche riflessi dei media nella dimensione della memoria.
Nelle sale del museo si passa da un effetto all’altro, senza trovare una risposta definitiva, perché, come ricorda lo stesso Evan Penny: «Il mio fine non vuole essere quello di giudicare, ma di cogliere i processi del continuo flusso di immagini». Le sue opere emergono come un insieme calibrato di potenza scultorea e autenticità fotografica, alla ricerca di punti di equilibrio tra immagine bidimensionale e spazio tridimensionale. L’artista confronta due mondi, la percezione che abbiamo di noi stessi e degli altri legata a spazio e tempo, e quella che invece deriva da un’immagine. Il viaggio nella costruzione della visione, così, comincia con Aerial #2: un gigantesco uomo di oltre due metri, perfetto nei particolari minuziosi di pelle, capelli, peli, rughe, completamente nudo, capace di esercitare sul suo pubblico un doppio effetto di attrazione e repulsione; l’opera fa parte della serie Stretch e Anamorph, esempi di manipolazioni fatte in postproduzione per video e foto, oppure esempi della visione da posizioni particolari.
Seguono Backs, i busti scultorei di individui che hanno un nome, come nel caso di North, Jay, Kelly: anonimi e simili, seriali, tra i quali compare anche Evan, l’artista, altro esempio riuscito di apparenza formale. No One in Particular, invece, è il titolo di due serie di sculture dei volti, questa volta senza nome, che arrivano dai media, per essere uno, nessuno, o tutti. Il gioco della visione continua con Libby Faux, donna realmente vissuta, che fa parte dei L.Faux, i falsi reali, altro esempio di rappresentazione della visione: da lontano sembra una fotografia, da vicino invece descrive la storia della visione, rimanendo, un falso. Ancora immaginazione, proiezione, con Old Self Young Self, materializzazione di due ritratti di come l’artista si percepiva nel passato e di come invece pensa di poter diventare: appare un Evan Penny ragazzo, chiamato Young Self, Portrait of the Artist as He Was, e poi un Evan proiettato nel futuro; ma chissà se sarà mai così, o se Portrait off the Artist as He Will (Not) Be resterà uno dei tanti ritratti solo apparentemente reali.
bettina bush
mostra visitata il 21 aprile 2012
dal 21 aprile al 30 giugno 2012
Evan Penny – Re Figured
a cura di Alberto Fiz e Daniel J.Schreiber
Marca – Museo Delle Arti Catanzaro
Via Alessandro Turco 63 (88100) Catanzaro
Info: +39 0961746797 – info@museomarca.com – www.museomarca.com