“Corporarte Collezioni in azienda: una rete museale per l’arte contemporanea” ha aperto i battenti di una splendida villa di Acquaviva delle Fonti, -sede di Impresa Valore- per l’ultimo appuntamento del progetto curato da Antonella Marino. In un momento in cui le istituzioni sono restie a finanziare iniziative artistiche, l’editore Alessandro Laterza ha esortato le aziende meridionali a consorziarsi per la promozione del contemporaneo.
Da questo nasce Corporarte. L’iniziativa è adattata a location insolite, da un salattoficio ad una azienda alimentare, da una fabbrica di infissi ad una società di consulenza aziendale. I punti d’interesse e innovazione dell’iniziativa sono costituiti dall’invito all’acquisto di un’opera per artista e l’allestimento di mini personali negli ambienti di lavoro, apertI al pubblico. L’esordio da Calia Italia di Matera ha visto Grata Frau, Debora Hirsh, Elisa Laraia, Luigi Presicce installati in piccoli e raffinati stand
Nel pastificio Ambra la soluzione più coraggiosa. Il deposito merci diventa galleria d’arte; personale dell’azienda disorientato dagli zaini neri griffati con loghi trasgressivi da Fausto Gilberti, invitato a tuffarsi sul materasso-installazione di Donatella Spaziani, incuriosito dal mondo operaio di Margherita Morgantin o da quello nonsense di Alvise Bittente.
Collezionista è il titolare di Impresa Valore : con lo spazio minimalista degli uffici, convivono perfettamente le stampe digitali di Karin Andersen, trasformata in un insettoide che si libra sensuale nella metropolitana di Napoli e nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano o gli inquietanti primi piani di Pierluca Cetera, istantanee di strani personaggi su sfondo rosso che sembrano alitare su un vetro o i più scontati soggetti borderline di Ryan Mendoza o i tappeti volanti di Alex Pinna.
Il risultato finale corona l’intento sociale, per nulla snobbistico, di far interagire l’arte contemporanea con ambienti di “routine”. Difficile tuttavia parlare di vere e proprie mostre, meglio di collezioni private aperte al pubblico a causa soprattutto dell’incerto filo logico nella selezione degli artisti e dei siti espositivi spesso fuorimano.
giusy caroppo
mostra visitata il 12 dicembre 2003
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Visualizza commenti
aa sud ci vorrebbero al meno dieci di antonella marino, complimentissimi
Brava A.Marino! Della Caroppo non capiamo le sue affermazioni:"...i più scontati soggetti borderline di Ryan Mendoza"(e perchè mai?),"..incerto filo logico della selezione degli artisti"(?,?,?). Adesso ci siamo, anche il critico P.Marino ha dato dell'incerta (in parte) alla mostra "Delirio" a Trani (BA) curata della stessa Caroppo. Siete patetici!!!
Cara Alda Deusagnoo...come recita la tua e.mail che si incontra volendoti rispondere in privato. Quindi è tutto un programma!
...evidentemente avrai qualche motivo che te rode.
Da parte mia non ho nessun rancore nè nei confronti di Antonella - perchè avrei dovuto perdere tempo nel redigere un articolo che, tra l'altro è positivissimo sebbene non lecchino -nè tanto meno di suo padre Pietro - che stimo da prima di conoscere Antonella - il quale ha scritto una recensione lusinghiera della mostra Delirio...evidentemente non l'hai letta con molta attenzione...oppure, chiamandoti ALDA "deusagno", il falso deve essere tuo pane quotidiano.
giusy caroppo
Sono favorevolmente sorpreso di questa mostra perchè finalmente anche al sud si organizza qualcosa di diverso e di giovane, uscendo da quelle poche e pompose mostre personali intente a conservarsi la clientela che più conta.
Un bravo ad exibart per l’attenzione che mostra verso ogni manifestazione e alla signora Caroppo. Gabriele Gisendorff