Un uomo di Chiesa premiato all’Esposizione Universale del 1870 per le sue invenzioni scientifiche: può sembrare la trama di un romanzo. Invece è la straordinaria storia di Giuseppe Candido. Una storia iniziata a Lecce il 28 ottobre 1837, anno di nascita del vescovo scienziato che con i suoi studi tanto ha contribuito alla cultura e al progresso della scienza ma, ancora poco sconosciuto.
Ma a volte si rimedia il ritardo di secoli. Ecco allora, al culmine delle celebrazioni ideate in occasione del centenario dalla morte (4 luglio 1906), giungere l’evento espositivo al Castello Carlo V, che ne ripropone la storia, indissolubilmente legata alle sue tante straordinarie invenzioni. D’altro canto l’amore per la scienza fu un fatto naturale per Giuseppe Candido, che entrò a dieci anni nel Collegio dei Gesuiti mostrando particolare inclinazione per la fisica e la matematica. Naturale fu il conseguimento della laurea e l’apertura, una volta ritornato a Lecce, di una scuola gratuita di fisica sperimentale. La sua casa in via Regina Isabella diventò il laboratorio, ma anche il campo di verifica dei suoi congegni che via via applicava alla sua abitazione, trasformandosi in un precursore della moderna domotica.
E se la visione dei tanti strumenti e reperti, molti dei quali appartenuti allo stesso Candido, altri al Collegio, la corrispondenza con gli scritti autografi dello stesso Vescovo scienziato e le maggiori autorità dell’epoca ne restituiscono lo spessore culturale, addentrandosi nell’ultima sala si ha la percezione che il tempo si sia fermato. In bella mostra il quadrante e il meccanismo, tutt’ora funzionante, dell’orologio da torre elettrico che dal 1898 al 1937 campeggiava sul Sedile segnando il tempo con le sue lancette perfettamente in sincronia con quelle degli orologi di altri tre edifici: l’Ospedale dello Spirito Santo, la Prefettura, il Liceo Palmieri. Un vero prodigio, frutto delle sue geniali applicazioni dell’elettricità che riuscirono a far parlare di Lecce, una città apparentemente ai margini dei circuiti scientifici, consegnandole il primato in Italia. E accanto all’orologio del Sedile, il pendolo elettromagnetico sessagesimale che nel 1870 fece costruire dall’orologiaio Auguste Bernard.
E sorprende non poco sapere che quando si utilizzava ancora l’illuminazione a petrolio per i lampioni, il nostro Candido fosse riuscito a brevettare il suo gassogeno a prova di esplosione con il quale illuminava la Curia e il Seminario di Ischia al punto da renderli una vera e propria attrazione per tutti i visitatori dell’isola. Visse conciliando il suo interesse scientifico, tale da valergli la nomina a socio della Pontificia accademia dei Nuovi Lincei, tra le più prestigiose accademie scientifiche dell’epoca, con la vocazione religiosa che lo vide vescovo a Nicastro, in Calabria e poi ad Ischia, dove concluse la sua esistenza. Una vita intensa, dedicata agli altri e al bene della collettività, essenza della religione e principio fondamentale della Scienza, quella autentica.
antonietta fulvio
mostra visitata il 7 gennaio 2007
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