Jannis Kounellis, l’Arte Povera di Germano Celant e altre occasioni espositive di respiro internazionale: non sono mancate negli ultimi anni le mostre d’arte contemporanea all’interno del Teatro Margherita di Bari, che su iniziativa del Comune sarebbe dovuto diventare uno spazio espositivo permanente legato al contemporaneo, sotto l’acronimo B.A.C. (Bari Arte Contemporanea), in partnership con la Fondazione Morra-Greco di Napoli. Dialoghi, appelli al mondo dell’arte nazionale e non solo, confronti sulla carta stampata, più di qualche polemica, talvolta fondata, sul territorio: a oggi il progetto si è arenato, almeno apparentemente; ma chi conosce l’ambiente culturale pugliese sa che, invero, il dibattito su un museo d’arte contemporanea è una chimera da molti, troppi decenni.
Dopo numerosi mesi di inattività, il teatro apre nuovamente il suo grande antro sul mare per guardare, ancora una volta, extramoenia, ma con una mostra dedicata a Jimmie Durham, nata per questo specifico luogo. Due grandi radici di ulivi secolari autoctoni accolgono i visitatori nel grande spazio sventrato dei primi del Novecento: sono possenti, hanno conformazioni irrequiete, e si fanno ammirare per il loro estremo vigore plastico. Sono state recuperate nelle campagne della Valle d’Itria durante una breve vacanza di Durham, ospite del “suo” collezionista Maurizio Morra Greco, che nell’agro di Ceglie Messapica ha una masseria immersa nel verde. La mostra in programma però saltò (l’artista non gradì la cosa), e le opere furono presentate in anteprima a Napoli, a Palazzo Reale in una mostra intensa. Oggi “tornano” in Puglia, sotto l’egida del MADRE e della Fondazione Morra-Greco, le due grandi radici e una serie di opere allestite nei diversi antri del teatro. Sono porzioni di tronchi assemblati e posizionati su basi reinventate e tavolini di diversa conformazione scovati dai rigattieri di Napoli e dintorni. Sono le reliquie di un mondo distrutto, memorie di luoghi visitati, monumenti imperituri. Potremmo forse definirli dei paesaggi estremamente silenziosi, drammatici quasi.
È coinvolgente la mostra, ma per entrare pienamente nel ritmo espositivo sarebbe stato auspicabile un apparato didattico e didascalico più pregnante e adeguato al contesto “pubblico”, qual è il Teatro Margherita, a cui era ed è destinata l’operazione. Anche perché ci troviamo di fronte a un artista impegnato, che ha concepito opere non esattamente immediate. Il pubblico d’altronde ha sempre bisogno di una legittima mediazione per fruire al meglio l’opera d’arte. La mostra, in corso per tutta l’estate, potrebbe incentivare – ce lo auguriamo – la ripresa di un dibattito ormai sopito, ma sempre necessario. Perciò viene in mente il titolo di un saggio di Pietro Marino pubblicato nel 2001 per i tipi di Laterza: Bari non ama l’arte? La Galleria, ieri e domani.
Lorenzo Madaro
mostra visitata il 18 maggio 2013
dal 17 maggio al 31 agosto 2013
Jimmie Durham. Wood, Stone and Friends
Bari, Teatro Margherita
Orari: tutti i giorni dalle 12 alle 20. Chiuso il mercoledì.
Ingresso libero
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Ecco la mia exhibit by video della mostra a Bari di Kounellis al Margeìherita di Bari del 2010 come citata in questo articolo!