Il sole meridiano è già un ricordo ammantato di nubi, a tratti infrante dal bombito lontano del temporale imminente. Il mormorio della pioggia primaverile che batte leggera e incerta sui sanpietrini romani accompagna il sordo riverbero dei nostri passi veloci e risoluti. Scorgiamo, di là dalla vetrata della galleria, i tenui acquarelli di Pedro Cano (1944, Blanca, Murcia, Spagna), artista e viaggiatore, dedicati alle vestigia dell’antica Roma imperiale. Giochi d’acqua anche questi, ma ordinati e disposti sulla superficie vincolante di una parete e trattenuti nel vigile perimetro di un quadro. Contrariamente all’olio, decisamente più materico, l’acquarello consente al colore di muoversi, di espandersi, di vivere: l’acquarello consente la vita del colore. Ci soffermiamo sull’immagine del Tempio di Minerva Medica che, come le altre, sembra anch’essa affiorare tra le brume di un sogno. Il monumento, probabilmente un ninfeo, si trova all’Esquilino, in Via Giolitti. Lo abbiamo sempre distrattamente sfiorato con gli occhi questo antico rudere e finalmente ora lo vediamo, sussurriamo sorpresi in cuor nostro. Grazie al taccuino di viaggio di un attento pittore murciano innamorato di Roma e della sua storia. Perché parte delle opere esposte sono nate proprio come appunti visivi nei quaderni che l’artista è solito portare con sé nei suoi viaggi e sui quali prende scrupolosamente nota di un paesaggio, di un volto, di un intreccio di luci, di una suggestione cromatica. Come un poeta annota un verso o una parola eufonica.
Pedro Cano, Roma Memoria Presente Honos Art, Roma
Gli altri quadri in mostra, quelli di dimensioni più piccole, ritraggono invece Villa Adriana, la residenza imperiale di Tivoli, dove l’artista si è recato più volte, nei lontani anni ’90, perché il regista Maurizio Scaparro lo aveva incaricato di curare la scenografia ed i costumi per la rappresentazione delle “Memorie di Adriano” della Yourcenar. Una collaborazione tra i due che già qualche anno addietro era stata proficua con la “Vita di Galileo” di Brecht. E’ inevitabile che tre anni di gioventù trascorsi nel piccolo paradiso dell’Accademia di Spagna al Gianicolo abbiano lasciato un segno indelebile nel cuore di un uomo, soprattutto se dotato di fine sensibilità artistica, un segno che è apparso come il dono prezioso di una formativa educazione estetica. Troviamo, con sorpresa, il nome di Pedro Cano tra i membri della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantehon, un’antica istituzione cinquecentesca tuttora vitale, storicamente il primo sodalizio di artisti a Roma. E apprendiamo di alcune sue opere esposte ai Musei Vaticani ed agli Uffizi. Osserviamo, con inquieta memoria, le docili cromìe che soffondono l’Arco di Adriano a Palmira, ancora integro, mutilato lo scorso anno da uomini divenuti bestie tra i vapori esiziali di un credo inattuale. E ci sembra di avvertire, nel riflesso tragicamente deforme degli incredibili accadimenti, tutto l’impeto e la potenza dell’arte.
Luigi Capano
Mostra visitata il 10 maggio
Dal 7 aprile al 31 maggio 2018
Pedro Cano, “Roma Memoria Presente”
a cura di Loredana Rea
Honos Art
Via dei Delfini 35, Roma
Info: tel. 06 31058440, email info@honosart.com