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15
agosto 2018
A quattro anni dalla sua nascita tutti conoscono – almeno di nome – Yellow, l’artist-run space fondato da Vera Portatadino a Varese. Ma chi ci è stato davvero? Molte più persone di quante pensiate! Oltre a un fedele pubblico della zona, Yellow riesce ad attrarre visitatori sia dall’area milanese sia da quella della Svizzera italiana, grazie a una fitta programmazione che conta finora una quarantina di mostre, tra personali e collettive, che hanno accolto opera di una settantina di artisti italiani e stranieri. «Ho deciso di fondare un progetto di ricerca e uno spazio dedicato in modo esclusivo alla pittura – ci racconta la fondatrice – dopo il mio rientro da Londra, dove ho studiato, per offrire visibilità alla sperimentazione e alla pratica di un media che allora suscitava poco interesse e che veniva per lo più trascurato da gallerie commerciali e spazi istituzionali. Yellow vuole dare voce ai pittori italiani e metterli in contatto con colleghi internazionali. La sua vocazione è, infatti, quella di essere punto d’incontro di pittori, dando spazio alle loro ricerche e al dialogo tra loro. All’inizio mi occupavo da sola di tutte le attività, mentre negli ultimi due anni ho aperto anche a progetti proposti dall’esterno, attraverso open call, tramite l’invito di curatori e con la partecipazione a mostre, progetti e festival in altre sedi. Da gennaio di quest’anno la grande novità: i colleghi artisti Luca De Angelis, Lorenzo Di Lucido, Veronica Perrucci, Marco Salvetti, Sofia Silva e Lucia Veronesi contribuiscono alla programmazione e alla direzione del progetto. L’istituzione di un direttivo nasce dall’esigenza sia di ampliare l’aspetto concettuale e progettuale, sia di condividere la fatica di gestire uno spazio. Essendo io stessa un’artista, gli impegni sono tanti. A celebrare questo cambiamento anche il nuovo sito, con una sezione dedicata a testi bilingue e interventi teorici relativi alla pittura, non solo legati ad attività in corso, ma rivolti a una riflessione generale sulla pittura contemporanea. Yellow, inoltre, ha curato due pubblicazioni, che offrono una panoramica sulla scena pittorica italiana»
Sigrid Holmwood, Neobiota
La mostra “Neobiota”, in corso in questi mesi, è una testimonianza dell’ampiezza della ricerca di Yellow: è la prima personale italiana di Sigrid Holmwood, artista britannico-svedese, nata nel 1978 in Tasmania che vive a Londra. Con una ventina di dipinti realizzati appositamente per questa esposizione, Holmwood riflette sulle dinamiche migratorie che nei secoli hanno caratterizzato la storia delle nazioni, unendo tradizioni pittoriche popolari antiche di area svedese, immagini di emigranti italiani a New York a inizio Novecento e processi di botanica. Il titolo della mostra, infatti, è un termine che – ci spiegano gli organizzatori – indica «una specie animale o vegetale, non nativa, spontaneizzata o naturalizzata, immigrata quindi in modo spontaneo o per cause dovute all’uomo, in una regione diversa da quella d’origine, ivi stabilendo popolazioni e autosostenendo la propria riproduzione», di cui possono essere semplici esempi, in Europa, il pomodoro o il granturco, importati dal continente americano secoli addietro e ora facenti parte dell’agricoltura autoctona.
I dipinti in mostre raffigurano gruppi di migranti italiani, tratti da fotografie d’archivio o specie vegetali che rientrano nella categoria del neobiota. Holmwood ha fatto proprio il concetto del cosiddetto peasant-painter, il pittore contadino: l’artista realizza tutti i suoi lavori con i metodi – da lei studiati e recuperati – con cui, in occasione di feste religiose e di eventi tradizioni locali, i contadini svedesi nei secoli scorsi producevano tessuti e li dipingevano con pigmenti naturali ricavati dalle piante. Ai pigmenti naturali Holmwood aggiunge talvolta un colore fluorescente, totalmente chimico e con esso dipinge particolari elementi all’interno dei quadri per insistere ulteriormente sul concetto di fusione tra ciò che è “naturale” e ciò che “non lo è”, fino a dare luogo all’impossibilità di scindere i due aspetti senza perdere il senso e l’identità dell’insieme, connettendosi così in modo diretto con i grandi temi dell’attualità.
Visitare la mostra (comodissima da raggiungere sia in treno sia in automobile) è anche occasione per conoscere il micro-cosmo Zentrum, nel cui edificio, oltre a Yellow, hanno sede gli spazi espostivi Riss(e) di Ermanno Cristini, Surplace di Luca Scarabelli e AnonimaKunsthalle, la cui direzione viene affidata ogni anno a un artista o curatore a scelta di Zentrum.
Silvia Conta
Mostra visitata l’8 agosto
Dal 27 maggio al 30 agosto 2018
Sigrid Holmwood, Neobiota
Yellow, Varese
c/o Zentrum
Via S. Pedrino, 4 – 21100 Varese
Orari: su appuntamento
Info: www.yellowyellow.org yellowartistrunspace@gmail.com