“D’immagine ci si salva e ci si danna”, scriveva Giulio C. Argan a proposito del Barocco, evidenziando che, nel gioco della percezione e dei sensi, le immagini, forti del loro potere illusorio, riuscivano (e riescono) a persuadere che qualcosa di non-reale possa diventarlo. Un gioco in cui lo spettacolo della finzione diventa strumento di riflessione intellettuale e monito morale.
A questi temi si allaccia il lavoro artistico di Fabio Viale, scultore torinese che fin dalle sue prime opere (AhGalla, una barca di marmo fatta navigare sui navigli milanesi, 2008) ha cercato di mettere in discussione la scultura come opera di rappresentazione, sovvertendo la classicità del marmo attraverso un lavoro che è insieme concettuale e iper-tecnico. Come davanti ad una natura morta del Seicento, che finge il vero in ogni dettaglio, così ci sorprendono le opere di Viale presentate dalla Galleria Poggiali e Forconi nello spazio del complesso industriale Ex-Marmi di Pietrasanta. “Punk” è il titolo della mostra monografica curata da Lorenzo Poggiali che presenta alcuni dei lavori di Viale degli ultimi anni, in cui la preziosità del materiale, marmo statuario e marmo nero, viene sovvertita da un’azione concettuale “anti-classicista”. La sapienza tecnica con il suo implicito iperrealismo è coniugata con un immaginario preso dalla contemporaneità, di cui usa gli strumenti (materiali, forme, linguaggi) per sovvertire e proporre, attraverso la trasformazione degli elementi in gioco, una nuova ipotesi di “classicità”.
All’ingresso del grande spazio dell’Ex-Marmi, una volta laboratorio, accolgono il visitatore una serie di sculture tatuate, frammenti di parti del corpo ricoperte di frasi, simboli, disegni, che i criminali russi, spediti in Siberia dalla polizia popolare segreta, usavano tatuarsi. Al centro della sala una statua della Madonna, dietro, nello spazio che affaccia sul giardino, pneumatici intrecciati, schiacciati e borchiati, un pannello nero e stellato, una grande cassa da frutta, un fuso, due palloni da calcio, nel patio esterno, un pilone dell’elettricità. Sculture fatte apparentemente di diversi materiali, diverse origini, diversi codici, ma accomunate da una stessa operazione intellettuale: la materia originaria, il marmo, viene lavorato finchè non diventa percettibile come materiale altro, in cui le sue qualità sono occultate e amplificate nello stesso tempo. Questa capacità illusiva, che sorprende l’occhio con un displacement percettivo, sovverte e rielabora la relazione tra reale e immaginario, tra materia e percezione. Gesto barocco nel suo senso generale, dove tra decorazione e illusione è il concetto di immagine a svelarsi come elemento fondante. Guardando la Madonna, nel ruolo di santa che la finzione del polistirolo incrina, si può vedere come la scultura, nella sua piena superficialità, traduca se stessa in immagine, ci illuda, perdendo così non solo il senso del materiale utilizzato (il marmo) ma anche il limite della fisicità legata al blocco di marmo come oggetto concreto. Per questo le opere di Viale esposte rimandano sempre ad una vaga leggerezza: il teschio, l’aereo, la cassetta da frutta, il torso del kouros tatuato, non sono più sculture, ma le sculture, il pezzo di marmo lavorato, diventa superficie per il racconto, pretesto ed esperimento che utilizza la scultura classica e suoi rimandi come luogo dove sovvertire un immaginario artistico e culturale.
Così in ogni opera il pezzo di marmo diventa altro: legno (La Suprema), gomma e ferro (Fuso -Due mondi -Infinito – Constellation), polistirolo (La Madonna, Souvenir Gioconda, Skull), pelle (Kouros, Il vostro sarà nostro, Souvenir David). Un atto di traduzione materiale che aggancia il titolo scelto per questa monografica: “Punk”. Come la giacca borghese dell’impiegato diventava giubbotto di pelle e borchie, così il marmo, è trasformato in materiali e oggetti meno nobili e più popolari. La scultura in marmo come scultura classica, viene messa in crisi da un gesto estetico e culturale che rompe con valori ormai diventati obsoleti, in cui più nessuna esperienza è possibile se non quella “di smascherare e costruire”, per riconsegnare alla scultura un nuovo potenziale visivo e immaginario, connesso al mondo culturale e materiale della nostra contemporaneità.
Barbara Galli
mostra visitata il 12 luglio 2015
Dal 27 giugno 2015 al 31 agosto 2015
Fabio Viale – Punk
Galleria Poggiali e Forconi
Ex Marmi Complesso Post-industriale
Via Nazario Sauro n°52 / Via Garibaldi, n°8, Pietrasanta
Orari: dal lunedì al venerdì 18.00 – 24.00
Info: www.poggialieforconi.it