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Fino al 31.XII.2015 | Il Quarto Stato | Brend, Palazzo Martinengo Colleoni, Brescia

di - 21 Dicembre 2015
La cornice è lo splendido palazzo Martinengo Colleoni, finalmente riaperto dopo anni di inutilizzo per ospitare Brend il fuori Expo bresciano; i protagonisti tre giovani artisti, lontani per provenienza così come nella specificità del linguaggio artistico e nella scelta dei media espressivi.
Ha inaugurato il 10 ottobre in occasione dell’XI giornata del contemporaneo indetta da Amaci la mostra Il Quarto Stato, un omaggio, nelle intenzioni del curatore Stefano Rabolli Pansera, già Leone d’oro alla biennale 2013, all’importante tradizione produttiva che da sempre accompagna la storia della città di Brescia e dei territori che la circondano.
Attraverso un percorso che si articola in modo diffuso tra gli spazi dell’ex tribunale cittadino, destinazione d’uso di cui paiono ormai scomparse le tracce, i lavori di Yuri Ancarani, Madoka Furuhashi e Michael Sailstorfer si intrecciano in una riflessione che indaga il rapporto, le implicazioni e lo scarto tra il processo di produzione e il prodotto finito.
Immediato il richiamo nel titolo al celebre quadro di Pellizza da Volpedo conservato nel Museo del Novecento a Milano, ma non solo; quarto stato sì come classe sociale, quella del proletariato, della forza lavoro, quarto stato inteso però anche come stadio della materia, quello del plasma, che sulla Terra dà corpo a fenomeni atmosferici eccezionali ed impalpabili come i fulmini o l’aurora boreale.

Quarto stato quindi come condizione inedita, come presupposto altro su cui si incardinano nuove forme di sviluppo, di produzione, causa e riflesso delle trasformazioni entropiche che interessano il paesaggio.
Ne La malattia del ferro, trilogia video che allude nel titolo a quella condizione di disagio che colpisce spesso al ritorno sulla terraferma chi a lungo viaggia per mare, Yuri Ancarani, classe 1972, ravennate ma milanese d’adozione, racconta con ritmi lenti ed eleganti la situazione estrema di alcuni operai specializzati alle prese con le routinarie mansioni quotidiane.  Se la solenne gestualità del Capo descrive il lavoro nelle cave di marmo apuane, in Piattaforma Luna, prodotto da Maurizio Cattelan, gli attori sono sei sommozzatori accompagnati nella ritualità delle operazioni che svolgono chiusi in una camera iperbarica a cento metri di profondità nel mare; e ancora “Ugarit” ritrae la dolcezza di un gruppo di daini sullo sfondo di un’imponente struttura architettonica industriale.
Di stampo scultoreo il lavoro della giapponese Madoka Furuhashi che disperde nel palazzo blocchi di marmo grezzi così come pannelli in vetro e componenti in ottone incompiuti.
Suo anche il video che dà il titolo alla mostra, in cui l’artista definisce le premesse del proprio lavoro presentando alcune situazioni produttive bruscamente e deliberatamente interrotte, sospese in una dimensione nuova, irreale, metafisica.
Il tedesco Michael Sailstorfer rielabora invece il concetto di scultura proponendo un lavoro costruito sul riutilizzo di materiali tipicamente industriali, estrapolati dal contesto urbano e letteralmente distrutti prima di essere reimpiegati nelle sue installazioni energiche e misteriose. Avulsi dalle loro originarie implicazioni funzionali e dal valore economico che ne consegue, questi oggetti si caricano di nuovi significati messi in luce da una forza lavoro che è divenuta al contempo energia distruttrice.
Antonia Bertelli
mostra visitata il 10 ottobre 2015
Dal 10 ottobre al 31 dicembre 2015
Il Quarto Stato
BREND – Palazzo Martinengo Colleoni, Brescia
Orari: da mercoledì a lunedì, ore 10.00-19.00

Diplomata in Restauro nel 2007 e poi laureata in Storia dell’arte nel 2013 presso l’Università degli studi di Verona, ha lavorato fino al 2015 presso la Galleria dell’Incisione di Brescia. Attualmente collabora con le case editrici Edizioni l'Obliquo e Gitti e Bertelli editori, la cui attività si precisa, per entrambe, nell'ambito del libro d'artista.

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