Per chi non lo conoscesse, una brevissima introduzione: Jacopo Ceccarelli sotto lo pseudonimo di Never 2501 nasce a Milano nel 1981. Si forma come montatore alla civica scuola di cinema della città natale, segue poi un master in comunicazione visuale alla nuova Bauhaus di Weimar in Germania. A vent’anni si trasferisce per un lungo periodo a San Paolo del Brasile, qui lavora come impaginatore e collabora con alcune ONG, insegna a dipingere ai bambini delle Favelas. Il Brasile diventa un viaggio insostituibile per la sua carriera artistica, 2501 entra in contatto con la scuola del graffitismo sud americana e parliamo di nomi come Os Gemeos, Herbert Baglione, Zezao, tanto per citarne alcuni. Il suo approccio all’arte cambia. Sperimentale ed eclettico, 2501 si dedica alla pittura murale, a quella su tela, alla scultura e al video senza separazione alcuna. L’interazione sembra vincere in questa sua scelta.
Negative space è il titolo della mostra in corso presso la galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea di Monza, in cui 2501 si propone con un lavoro site-specific risultato di una mini residenza di dieci giorni nella cittadina brianzola.
“Nomadic Experiment” è il progetto più ampio, quasi assoluto, che vede l’artista come protagonista di un lungo percorso attraverso la ricerca creativa. 2501 si pone, o impone, al passo con i processi sempre più veloci e dinamici. Matrice del progetto, come il nome ci suggerisce, è l’attitudine a sviluppare temi attraverso un modus operandi senza studio, di loco in loco. Se Miami è ormai tappa obbligata per gli operatori dell’arte – contemporanea in particolare -, Wynwood è di certo il buon risultato di un’operazione di riqualificazione da ghetto a distretto/museo a cielo aperto. Ed è proprio in Florida che su una grande murata possiamo vedere l’impronta che precede Negative space. Un continuum dunque di città in città, dall’esterno all’interno, e vice versa, a dimostrazione della sua natura. Da un wall painting riconoscibile per il suo tratto lineare – in cui il bianco, il nero e l’oro disegnano la superficie –, a una mostra in cui a essere identificabile, non è più l’interezza del segno, è quel che avanza dalla superficie. Una mostra essenziale e raffinata in ogni suo dettaglio.
Varchiamo la porta ed entriamo nella galleria. Nello spazio il bianco dominante funziona perfettamente come sfondo e nell’immediato ci troviamo difronte a linee che facilmente intuiamo essere il risultato di una sottrazione, di un errore come le definisce l’artista. Fogli bianchi – interi – dipinti nel suo stile sono usati come frame il cui risultato è il segno derivato dal colore oltre il bordo. Sovrapposizioni e rotazioni creano il movimento, la ripetizione definisce la composizione. Oltre la pittura si alternano tubolari in rame, casualmente incastrati, che generano sintetiche sculture a completamento dell’installazione, o per meglio dire della project-room. In un angolo, un video è la narrazione visiva dei processi lavorativi della mostra in questione. E infine, per chiudere il cerchio, 2501 ormai così presente per le strade di tutto il mondo decide di lasciare il suo segno anche città…
Martina Corbetta
mostra visitata il 17 dicembre 2015
Dal 17 dicembre 2015 al 4 febbraio 2016
Never 2501, Negative space
Maurizio Caldirola Arte Contemporanea, Monza
Via Volta, 26, Monza
Orari: su appuntamento